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Il coronavirus abbatte anche gli aerei


Il trasporto aereo sta vivendo una crisi epocale: cancellazioni di voli, prepensionamenti, congedi, licenziamenti. Difficile dire quando il settore potrà tornare alla normalità

Questo articolo è la prima delle due puntate dedicate all’impatto del coronavirus sul trasporto aereo.

Dall’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, in circostanze normali, sarebbero dovuti atterrare e decollare 277 voli nella giornata di giovedì 19 marzo 2020. Di questi voli programmati, ne sono stati assicurati soltanto 44. Decine di cancellazioni, dovute ai vincoli imposti dalle autorità nazionali, hanno lasciato a terra altrettante decine di aerei ed equipaggi. Lo scenario, già visto negli aeroporti cinesi nei mesi scorsi, si ripete negli altri aeroporti mondiali: scali imponenti come Parigi-Charles de Gaulles, Londra-Heathrow o New York-John F. Kennedy, abituati a gestire migliaia di passeggeri ogni giorno, hanno ridotto drasticamente il numero di partenze e di arrivi, adeguandosi rapidamente alle restrizioni sullo spostamento delle persone imposte dai Governi delle varie nazioni affette dalla pandemia di Covid-19. Il settore del trasporto aereo in Asia, Europa e America sta vivendo una crisi epocale, destinata a stracciare i record negativi raggiunti durante la Grande Recessione del 2008 e durante il periodo successivo agli attacchi dell’11 settembre 2001.

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