In Norvegia quando si vuole guardare al futuro le prime parole ad essere chiamate in causa sono cultura ed ambiente.
L’autunno del 2014 porterà in dote alla città di Oslo una biblioteca pubblica comunale che sarà pienamente funzionale un paio di anni più tardi e la cui specificità è l’integrazione con il resto del contesto urbano: al primo posto nel concepimento ci sono stati controllo del clima, ottimizzazione dei materiali da costruzione, sensibilizzazione del pubblico nei riguardi dei problemi dell’ambiente, piena accessibilità.
Certo l’Europa non è la sola a ripensare il ruolo delle biblioteche pubbliche come luoghi che hanno una funzione sociale espressa anche attraverso la conoscenza, da parte degli ideatori delle strutture architettoniche, della psicologia ambientale negli spazi urbani: le biblioteche pubbliche di Seattle e la biblioteca centrale di Vienna condividono l’impostazione basata sulla considerazione degli istituti di cultura come centri di aggregazione in sinergia con altri servizi cittadini.
Un argomento attuale è la trasformazione di costruzioni ad uso commerciale o civile pre-esistente in aree fruibili per la cultura, in Europa spicca il caso di Stoccarda, con la nascita di un intero quartiere incentrato su questa funzione sulle ceneri di uno snodo ferroviario dismesso.
Il vecchio continente innegabilmente un ruolo in materia lo conserva, spesso esplicitandolo anche a livello legislativo: lo stato danese nel 2000 affermò che “l’obiettivo delle biblioteche pubbliche è promuovere l’informazione, l’istruzione e le attività culturali rendendo disponibili libri, periodici, libri interattivi ed altro materiale, come musica registrata e fonti elettroniche di informazioni, inclusi internet e mezzi multimediali” ed un rapporto del 2009 sottolineò l’importanza dell’apprendimento per la coesione sociale e territoriale.
In almeno un quinto dei municipi danesi una serie di altre funzioni pubbliche, ad esempio di informazione sulle città, sono incorporate nelle biblioteche. In tutti i casi citati l’ambiente nel quale i libri sono consultabili dal pubblico sta mutando, da stanza piena di raccolte cartacee a luogo aperto per la cultura e l’apprendimento anche con mezzi digitali e disponibilità di orientamento professionale.
Alla base dei cambiamenti architettonici c’è uno spostamento di prospettiva: un ripensamento del progetto della biblioteca, da opera orientata al prodotto ad opera orientata all’utente. Si pensa sempre di più che le persone abbiano bisogno di servizi aggiornati e variegati, a vantaggio del singolo e della società, piuttosto che di reperire semplicemente un particolare testo.