A Los Angeles è stato raggiunto un accordo sui quattro pilastri dell’iniziativa: catena di approvvigionamento, energia pulita, anticorruzione e commercio. Strappo di Nuova Delhi su quest’ultimo punto
L’iniziativa economica voluta dagli Stati Uniti di Joe Biden per la regione dell’Indo-Pacifico, l’Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), prosegue a ritmi serrati, con i 14 Paesi membri che lo scorso weekend si sono riuniti a Los Angeles per definire — e sottoscrivere — i quattro pilastri su cui IPEF poggerà. Si tratta di specifiche aree tematiche, ovvero catena di approvvigionamento, energia pulita, anticorruzione e commercio, sulle quali gli Stati lavoreranno per affrontare congiuntamente gli sconquassi derivanti dalla situazione internazionale, permettendo agli Usa di indirizzare le politiche in una regione sempre più contesa con la Cina.
Pechino, infatti, nonostante le rassicurazioni di Washington, è convinta che l’iniziativa abbia mire contrarie ai suoi interessi. Il quotidiano governativo Global Times non usa mezzi termini, definendo IPEF “strumento geopolitico degli Usa finalizzato a dividere la cooperazione commerciale economica regionale”. Il quadro viene, però, macchiato dallo strappo dell’India su uno dei pilastri Indo-Pacific Economic Framework, quello relativo proprio al commercio. Nuova Delhi ritiene soddisfacenti le discussioni sugli altri temi, ma quando si giunge al discorso trade si tira fuori.
Come ricordato dal giornalista Eric Martin su Bloomberg, Narendra Modi fece una mossa simile nel 2019 quando si auto escluse dal Regional Comprehensive Economic Partnership, iniziativa spinta dalla Cina nel periodo delle discussioni sul Trans-Pacific Partnership. All’epoca, il Primo Ministro indiano spiegò che l’uscita dalle discussioni era motivata dalla preservazione degli interessi domestici del suo Paese. Nel 2022, relativamente all’Indo-Pacific Economic Framework, il tono non cambia, con Nuova Delhi preoccupata delle ripercussioni interne dell’eventuale sottoscrizione del pilastro commerciale.
“Prenderemo decisioni in base ai nostri interessi nazionali”, ha scritto in una nota il Ministero indiano del Commercio e dell’Industria. Per il Ministro del Commercio, Piyush Goyal, non sono del tutto chiari gli eventuali benefit per la sua nazione alla partecipazione all’IPEF. “Vogliamo evitare — ha detto Goyal — che le misure impattino negativamente sulla nostra economia”. “Parliamo degli standard digitali: per l’India sarebbe complicato introdurli nel suo mercato di riferimento”, ha commentato a Nikkei Asia Dhruva Jaishankar, direttore esecutivo del think tank Orf America, organizzazione specializzata nello studio delle relazioni tra Stati Uniti e India.
Per la Casa Bianca, non avere Nuova Delhi partner totale dell’Indo-Pacific Economic Framework significa dover rinunciare al Paese con il più alto numero di abitanti tra 14 Stati membri che, oltre a Stati Uniti e India, vede la partecipazione di Australia, Brunei, Fiji, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Malaysia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. IPEF rappresenta il 40% del Pil globale.
Ciononostante, l’eventuale scostamento dell’India dal pilastro commerciale non impedisce al Paese di prendere parte ai lavori del framework: come assicurato da Katherine Tai, Trade Representative del Governo Usa, IPEF permetterà ai membri di partecipare ad alcuni pilastri e lasciarne altri. Tai, figlia di immigrati taiwanesi negli Stati Uniti, ha inoltre aggiunto che proseguirà le discussioni col collega Goyal nel corso del prossimo appuntamento previsto al Us-India Trade Policy Forum.
A Los Angeles è stato raggiunto un accordo sui quattro pilastri dell’iniziativa: catena di approvvigionamento, energia pulita, anticorruzione e commercio. Strappo di Nuova Delhi su quest’ultimo punto
L’iniziativa economica voluta dagli Stati Uniti di Joe Biden per la regione dell’Indo-Pacifico, l’Indo-Pacific Economic Framework (IPEF), prosegue a ritmi serrati, con i 14 Paesi membri che lo scorso weekend si sono riuniti a Los Angeles per definire — e sottoscrivere — i quattro pilastri su cui IPEF poggerà. Si tratta di specifiche aree tematiche, ovvero catena di approvvigionamento, energia pulita, anticorruzione e commercio, sulle quali gli Stati lavoreranno per affrontare congiuntamente gli sconquassi derivanti dalla situazione internazionale, permettendo agli Usa di indirizzare le politiche in una regione sempre più contesa con la Cina.