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In Irlanda del Nord la rabbia si fa sentire


Le forze unioniste contro le conseguenze della Brexit. Sei giorni di scontri e 40 poliziotti feriti. Johnson condanna le violenze

Cresce la tensione in Irlanda del Nord. È di oltre 40 agenti di polizia feriti il bilancio di sei giorni di violenze verificatesi nelle città di Belfast, Derry e in altri centri, a maggioranza protestante, nella Contea di Antrim. Stanotte a Belfast un autobus è stato dirottato e dato alle fiamme, in un’area di confine tra una zona unionista e una nazionalista; l’autista è rimasto fortunatamente illeso. Un attacco “orchestrato”, secondo i media, da gruppi paramilitari filo-britannici.

La Police Service of Northern Ireland ha dichiarato che diversi agenti nei giorni scorsi sono rimasti feriti dopo aver cercato di disperdere alcune manifestazioni lealiste, non autorizzate, a Portadown, Markethill e Ballymena. Ulteriori parate sono attese per il fine settimana. A surriscaldare il clima è stata la decisione delle autorità irlandesi di non perseguire un gruppo di dirigenti del Sinn Féin (il partito nazionalista di sinistra) che, non rispettando le misure anti-Covid, ha preso parte a giungo scorso al funerale di ‘Big’ Bobby Storey, figura storica dell’Ira (Irish Republican Army).

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