La Russia annuncia la creazione di una zona economica speciale nelle isole Curili per attirare investimenti anche stranieri. Per il Giappone è un modo per rafforzare il controllo russo su tutto l’arcipelago
Il Presidente della Russia Vladimir Putin, intervenuto all’Eastern Economic Forum di Vladivostok, ha annunciato la creazione di una zona economica speciale nelle isole Curili, un arcipelago nell’Oceano Pacifico posizionato tra la penisola russa della Kamchatka e l’isola giapponese di Hokkaido.
La disputa delle Curili
La dichiarazione andrà con molta probabilità a creare nuove frizioni tra i Governi di Mosca e di Tokyo, appunto, perché attorno alle isole Curili – più precisamente alle quattro posizionate più a sud – c’è una vecchia disputa territoriale che risale alla Seconda guerra mondiale e che ha impedito ai due Paesi di firmare un trattato formale di pace.
Quelle che per la Russia sono le Curili meridionali, sono chiamate dal Giappone “Territori del nord”: Tokyo li considera parte integrante del territorio nazionale che l’Unione sovietica ha invaso e occupato nel 1945, e non intende scendere a compromessi sulla loro restituzione.
Il piano della Russia per una “zona franca fiscale” nelle Curili, con esenzioni di dieci anni alle imposte sugli utili e sulla proprietà per le aziende, mira ad attirare investimenti stranieri – anche giapponesi, precisa Putin –, soprattutto dalla Cina e dalla Corea del Sud. Per il Giappone, invece, si tratta di una mossa finalizzata a rafforzare il controllo russo su tutto l’arcipelago attraverso la crescita economica, che passa principalmente per lo sfruttamento delle risorse ittiche e minerarie.
I negoziati tra Russia e Giappone
La disputa russo-giapponese sulle Curili è di difficile risoluzione. Tra il 2012 e il 2020 Putin e l’e Primo Ministro del Giappone Shinzo Abe si sono incontrati venticinque volte, senza fare progressi.
Mosca ha offerto di negoziare sulla base di una dichiarazione del 1956, che prevede la consegna al Giappone di due delle quattro isole contese: precisamente Shikotan e il gruppo delle Habomai, mentre Iturup e Kunashir (le più grandi) resterebbero in mano russa. Per Tokyo, però, si tratta di una questione di integrità nazionale, non risolvibile attraverso una restituzione parziale.
Le trattative si sono ulteriormente complicate dopo le modifiche alla costituzione russa del luglio 2020, che prevedono il divieto di cessioni di parti del territorio a paesi stranieri. Mosca è restia a rinunciare alla sovranità sulle Curili perché teme che il Giappone permetterà agli Stati Uniti di installarvi sistemi missilistici e capacità militari di vario tipo, a poca distanza dal confine russo.
Il possesso dell’arcipelago, inoltre, è utile alla Russia per via della sua posizione geografica: le permette di accedere con facilità al mare di Bering (nel Pacifico settentrionale), e da qui al mar Glaciale artico, attraverso il mare di Ochotsk.
La Russia annuncia la creazione di una zona economica speciale nelle isole Curili per attirare investimenti anche stranieri. Per il Giappone è un modo per rafforzare il controllo russo su tutto l’arcipelago