Quasi tre mesi dopo la crisi dei missili tra Gaza e Israele, il nuovo fronte di tensione torna ad essere quello tra Gerusalemme e Beirut.
Il confine tra Israele e Libano è di nuovo teatro di scontri dopo il lancio, avvenuto ieri, di numerosi razzi contro il paese della stella di Davide che hanno poi causato il fuoco di rappresaglia contro il Libano. Gli attacchi sono stati rivendicati da Hezbollah, che ha nell’Iran in suo maggior finanziatore soprattutto nella sua battaglia contro Israele.
Gli episodi di ieri rappresentano il seguito di una serie di scaramucce verificatesi nelle scorse settimane tra i due paesi, perennemente in conflitto. Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato dozzine di razzi venerdì in campo aperto vicino a posizioni israeliane nella contesa area di confine di Shebaa Farms proprio in risposta agli attacchi aerei israeliani di giovedì. Le fattorie di Shebaa, conosciute in Israele come Monte Dov, sono una striscia di terra rivendicata da Israele, Libano e talvolta dalla Siria e che si trova all’intersezione di tutte e tre le nazioni, adiacente alle alture del Golan.
Intanto Israele ha fatto sapere di non volere l’escalation di una guerra totale, ma di essere pronto a qualsiasi risposta. La Forza delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) ha affermato che la situazione è molto grave e ha esortato tutte le parti a cessare il fuoco. L’esercito israeliano ha anche fatto poi sapere che il suo sistema Iron Dome ha intercettato 10 dei 19 razzi venerdì, con sei che sono caduti in aree aperte e tre atterrati all’interno del sud del Libano.
E’ stato un mese caldo dal punto di vista degli scontri, come non si verificava da lungo tempo e che ha riportato alla memoria le due guerre combattute tra i due paesi nel 1982 e nel 2006. Molti analisti politici stanno guardando con grande apprensione a questi accadimenti temendo un possibile coinvolgimento israeliano in una guerra su più fronti con l’Iran, che sostiene anche i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza, con i quali Israele ha combattuto per 11 giorni a maggio.
Teheran è indicata come il responsabile di diversi attacchi, ultimo pochi giorni fa, a navi israeliane nel Golfo. Zvika Haimovich, un generale israeliano in pensione ed ex comandante delle forze di difesa aerea israeliane, ha affermato che sia Hezbollah che Israele stavano negli ultimi tempi cercando di agire secondo una formula adottata negli ultimi anni, ovvero cercare di mantenere il confine con il Libano tranquillo.
Tuttavia, Haimovich ha aggiunto: “Siamo vicini a un punto in cui Israele dovrà agire contro Hezbollah in Libano e gli eventi di gli ultimi giorni hanno portato quel momento ancora più vicino”.
Chi è Hassan Nasrallah
Ma chi è questo leader di Hezbollah che minaccia Israele? Hassan Nasrallah, (Hassan Abdel Karim Nasrallah è il suo nome completo) guida Hezbollah (che vuol dire “partito di Dio”) ormai dal 1992. E’ nato nel 1960 a Beirut da una famiglia modesta. Suo padre gestiva un piccolo negozio di alimentari.
Studioso, sin da giovanissimo, dell’Islam, nel 1975 Nasrallah si è unito ad Amal, un gruppo paramilitare sciita libanese con legami con Iran e Siria. Poco dopo si è trasferito in Iraq, per studiare in un seminario sciita ma dopo l’espulsione di centinaia di studenti libanesi dall’Iraq nel 1978, tornò in Libano e sempre con Amal e diventò il comandante della valle di Al-Biqa. Dopo l’invasione israeliana del Libano nel 1982, Nasrallah lasciò Amal per unirsi al nascente movimento Hezbollah, una forza più radicale pesantemente influenzata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini e dalla rivoluzione islamica del 1979 in Iran.
Con il passare del tempo il suo ruolo all’interno di Hezbollah si è rafforzato tanto che alla fine degli anni 80’ Nasrallah è diventata una figura di spicco negli scontri di Hezbollah.
Dopo un periodo in Libano per approfondire i suoi studi religiosi, nel 1989 è tornato a combattere. Ha preso la guida di Hezbollah nel 1992 dopo che il suo predecessore, lo sceicco Abbas al-Musawi, venne ucciso da un missile israeliano. Nel 1997 anche suo figlio di 18 anni, Hadi, venne ucciso mentre combatteva contro le forze israeliane.
Molto amato nell’ambiente arabo, Nasrallah nel 2004 organizzò uno scambio di prigionieri con Israele, cosa che fu considerata da molti arabi una grande vittoria. Ma nel tentativo di fare pressione su Israele affinché rilasciasse altri prigionieri, le forze paramilitari di Hezbollah lanciarono un’operazione militare nel 2006, uccidendo un certo numero di soldati israeliani e rapendone due.
Questo portò Israele a lanciare una grande offensiva militare contro Hezbollah. All’inizio della guerra, alcuni leader arabi criticarono Nasrallah e Hezbollah per aver incitato al conflitto. Ma alla fine della guerra durata 34 giorni, Nasrallah emerse ancora una volta come leader venerato in gran parte del mondo arabo per essere riuscito a tenere testa a Israele, portando il conflitto a un punto di stallo e a un conseguente cessate il fuoco che fu da parte libanese considerato una vittoria, quantomeno per aver fermato le velleità militari di Israele.
Il confine tra Israele e Libano è di nuovo teatro di scontri dopo il lancio, avvenuto ieri, di numerosi razzi contro il paese della stella di Davide che hanno poi causato il fuoco di rappresaglia contro il Libano. Gli attacchi sono stati rivendicati da Hezbollah, che ha nell’Iran in suo maggior finanziatore soprattutto nella sua battaglia contro Israele.
Gli episodi di ieri rappresentano il seguito di una serie di scaramucce verificatesi nelle scorse settimane tra i due paesi, perennemente in conflitto. Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato dozzine di razzi venerdì in campo aperto vicino a posizioni israeliane nella contesa area di confine di Shebaa Farms proprio in risposta agli attacchi aerei israeliani di giovedì. Le fattorie di Shebaa, conosciute in Israele come Monte Dov, sono una striscia di terra rivendicata da Israele, Libano e talvolta dalla Siria e che si trova all’intersezione di tutte e tre le nazioni, adiacente alle alture del Golan.