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Israele, Netanyahu-Gantz: via al Governo di unità


Israele, Netanyahu-Gantz: via al Governo di unità. Con i voti del Likud, Gantz si è fatto eleggere Presidente della Knesset. Ma il suo partito Blu e Bianco è andato in frantumi

Tanto tuonò che piovve. Non hanno potuto i missili da Gaza, non hanno potuto le opposizioni politiche, non hanno potuto tre elezioni, non ha potuto (per ora) l’incriminazione in tre casi penali. Benjamin Netanyahu è ancora, oggi più che mai, saldamente alla guida di Israele. E lo è nel migliore dei modi per un vincitore, con la dissoluzione o, se volete, la dispersione degli avversari. Chi pensava (chi scrive non è tra questi) che l’incarico dato a Benny Gantz dal Presidente israeliano Rivlin, all’indomani delle elezioni dello scorso 2 marzo, di formare un Governo significasse la fine politica di Bibi, si sbagliava di grosso.

Netanyahu, il premier più longevo della storia israeliana, è rimasto sul fiume dove, uno dopo l’altro, sono passati i cadaveri politici dei suoi avversari. Certo, una grossa mano gliel’ha data il coronavirus e l’esigenza di non andare alle quarte elezioni in un anno. Ma anche senza il Governo di emergenza, le possibilità per l’ex Capo di Stato Maggiore Gantz di formare un Governo, seppur di minoranza, con l’accordo dei partiti arabi, erano ridottissime.

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