spot_img

Israele in fiamme


Infuriano le proteste contro il governo Netanyahu sulla riforma della giustizia. La polizia risponde con la forza. In Giordania il dialogo tra i servizi israeliani e palestinesi viene affossato da nuove violenze

È in fiamme, la Terra Santa, sia per le strade che nei palazzi. Di giorno in giorno, aumenta la tensione in ogni scampolo della società israeliana e in Cisgiordania, facendo registrare un periodo record di vittime e tensioni.

Ci si batte su più fronti. In Israele la piazza è sempre più calda mentre il Parlamento porta avanti l’iter della legge di modifica dei poteri dell’Alta Corte. Le manifestazioni di protesta, che hanno portato centinaia di migliaia di persone nelle piazze delle città israeliane, da settimanali sono diventate quasi giornaliere. E si è cominciato a passare alle vie di fatto. Se prima la polizia assisteva inerme, mercoledì ci sono stati scontri, lanci di granate, arresti. Il Ministro della sicurezza nazionale, Ben Gvir, ha annunciato il pugno duro contro i manifestanti. Il capo della polizia ha annunciato che sarà usata la forza dagli agenti se si dovessero sentire minacciati. Una quarantina di persone sono già state arrestate e oltre dieci sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

- Advertisement -spot_img

Uruguay: il ritorno del Frente Amplio

Il successo del “piccolo Dragone”

Il ritorno di Putin in Corea del Nord

Venezuela: al via la campagna elettorale

rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo