Commissione Europea, Fmi, Ocse e altri indicatori macroeconomici lanciano l’allarme. Ma il Governo tira dritto
Non si sa da dove cominciare per indicare gli allarmi e le apprensioni degli organismi internazionali sull’andamento dell’economia italiana. Il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker si dice fortemente preoccupato per l’andamento dei nostri conti pubblici. L’Ocse parla di economia italiana “ufficialmente in stallo” e di scelte di Governo sbagliate a causa della riforma delle pensioni (secondo l’organismo di Parigi la quota 100 crea disparità tra generazioni) e del reddito di cittadinanza (spinge la gente a non lavorare).
Anche Christine Lagarde, a capo del Fondo Mondiale Internazionale, ci descrive come l’ombelico del mondo di una recessione europea, a sua volta dentro una situazione del commercio mondiale molto incerta e vulnerabile per via della guerra dei dazi dichiarata da Trump a Cina e Unione, la Brexit e altri fattori finanziari globali.
Agli organismi internazionali si aggiungono i dati che vengono dall’interno. Bankitalia – la più “gentile” – parla di rallentamento, Confindustria ha ufficialmente annunciato la “crescita zero” per il 2019 e un Pil in negativo per il 2020. E l’Istat ci dice che la disoccupazione è aumentata dal 10,5 al 10,7%, con un calo di 14mila occupati.
E il Governo come reagisce a questi allarmi? Come ha sempre fatto: accusando il termometro senza curarsi troppo della febbre. Se il premier Giuseppe Conte manifesta il suo “dissenso” e annuncia un decreto tutto investimenti e sviluppo, il Ministro dell’Economia Tria, nel mirino dei Cinque Stelle per i rimborsi ai clienti delle banche truffati, sorride alle telecamere dei tg e tace.
Quanto ai due leader delle forze di maggioranza, nulla di nuovo sotto il sole (in verità assai coperto dalle nuvole di un’imminente recessione). Il capo dei Cinque Stelle Di Maio tuona: «L’austerity se la facciano a casa loro». Il felpato (non nel senso del linguaggio, nel senso della felpa) Salvini dichiara nel solito tweet: “Le analisi dell’Ocse mi scivolano addosso”.
Il debito pubblico continua a crescere, le riforme assistenziali non compensano la crescita e gli interessi crescono. Ci vorrebbe un freno. Ma il problema è che siamo in campagna elettorale (come sempre) in vista delle europee e nessuno si arrischia ad annunciare provvedimenti restrittivi.
Il Governo tira dritto, insomma. Finirà per trovare il muro?
@f_anfossi
Commissione Europea, Fmi, Ocse e altri indicatori macroeconomici lanciano l’allarme. Ma il Governo tira dritto