“My fellow Americans”, così è iniziato il primo discorso alla nazione del Presidente più votato nella storia degli Stati Uniti, sul palco di Wilmington, nel Delaware. (Ascolta qui il suo discorso)
“Mi impegno a essere un Presidente che non cerca di dividere, ma di unificare. Che non vede degli Stati rossi o blu, ma solo gli Stati Uniti. Si tratta di persone. Ed è di questo che si occuperà la nostra Amministrazione…”. Toni pacati che cercano di smorzare, almeno in parte, quelli di una campagna elettorale durissima e la tensione ancora forte causata dalla decisione del suo sfidante di non accettare la vittoria democratica.
Biden si rivolge anche agli elettori di Donald Trump: “Comprendo la delusione di stasera. Anch’io ho perso un paio di volte, ma ora diamoci una possibilità a vicenda. È ora di mettere da parte la retorica tagliente, di abbassare la temperatura, di rivedersi, di ascoltarsi di nuovo. Dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nemici. Non sono i nostri nemici. Sono Americani.”
Un discorso breve, poco più di 15 minuti, in cui c’è stato poco spazio per reali indicazioni politiche: limitare la diffusione del coronavirus grazie all’aiuto della scienza, salvare il pianeta, cancellare il razzismo sistemico.
Biden si è detto sorpreso nel vedere i festeggiamenti nel mondo per la sua elezione, ma non ha fatto alcun accenno nemmeno alla politica estera, mentre 4 anni fa Trump aveva dichiarato “Voglio dire alla comunità mondiale che saranno sempre messi al primo posto gli interessi dell’America”.
Il suo discorso è stato preceduto da quello di Kamala Harris, la prima donna, nera e figlia di immigrati, che sia mai stata vice Presidente.
Harris, nel suo discorso, ha voluto ricordare la madre, che a soli 19 anni si è trasferita negli States dall’India: “Credeva così tanto negli Stati Uniti… Penso a lei e alle donne nere, asiatiche, bianche, ispaniche, native: donne che ci hanno permesso di essere qui, stasera”.
Biden sarà probabilmente un Presidente migliore di quanto non sia stato da candidato, avendo rischiato l’impasse con un Donald Trump, completamente screditato da mesi di gestione schizofrenica della pandemia. L’età avanzata e la personalità sbiadita hanno dato un’ultima chance al Presidente uscente, che ha preso quasi il 20% di voti in più rispetto al 2016, evento considerato impossibile da quasi tutti i più accreditati analisti americani alla vigilia del voto.
Sarà un buon Presidente innanzitutto perché dopo gli eccessi trumpiani, tutti, non solo gli Americani, sentono la necessità di un po’ di buon senso, che sembra essere nelle corde di Joe. In secondo luogo, la sua età ed esperienza gli consentono di concentrarsi esclusivamente sulla buona amministrazione di questi 4 anni, in quanto è verosimile che non si ripresenterà, fra 4 anni. E questo fattore conferisce un ruolo più incisivo anche alla vice Harris, che potrà invece giocarsi una investitura per la candidatura nel 2024.
Quanto a Trump – abbandonato dal partito e dai suoi stessi congiunti (la figlia Ivanka starebbe premendo affinché lui rispetti il cerimoniale della telefonata di accettazione della sconfitta), – uscirà di scena, e con lui il populismo in salsa americana, che stava gettando da 4 anni una luce sinistra sul futuro degli scenari internazionali.
“My fellow Americans”, così è iniziato il primo discorso alla nazione del Presidente più votato nella storia degli Stati Uniti, sul palco di Wilmington, nel Delaware. (Ascolta qui il suo discorso)
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica