Dal 28 febbraio e fino al 6 giugno il Museo Berggruen di Berlino – uno dei “gioielli della corona” tra i luoghi deputati all’arte moderna nella capitale tedesca – ospita la seconda parte di un’esposizione work in progress, dove ogni nuovo step è dedicato ad un confronto tra due artisti scelti, appartenenti alla collezione del mecenate Heinz Berggruen.
La mostra, intitolata “Sideways”, è un progetto espositivo che cresce nel confronto tra le punte di diamante della collezione – Matisse, Picasso, Klee – ed i singoli pezzi di grandi maestri quali Calder, Laurens e Dufy, selezionando un gruppo di capolavori grazie ai quali cercare i punti di contatto più o meno nascosti tra gli artisti, ed offrire quindi nuovi spunti di riflessione agli estimatori.
Nello specifico, il secondo capitolo di questo programma espositivo vede protagoniste una decina di opere di Alexander Calder e Paul Klee, due grandi maestri che si divisero equamente la scena artistica di inizio Novecento, conquistando il pubblico con opere apparentemente differenti, ma con più analogie di quanto non si pensi.
Alexander Calder, nato nei pressi di Philadelphia nel 1898 da una coppia di artisti, crebbe manipolando l’argilla e perfezionando negli anni le basi di quelli che sarebbero diventati i suoi famosi Mobiles, incentrati sull’arte cinetica e sul movimento. Quando nel 1926 Calder si trasferì a Parigi, inizialmente si mantenne realizzando giocattoli articolati, attività grazie a cui progettò il Circo Calder, un vero circo in miniatura costruito con filo metallico, spago, gomma, stracci ed altri oggetti di recupero. Curiosamente, anche Paul Klee tra il 1920 e il 1925 realizzò al Bauahus di Weimar circa cinquanta marionette, senza intenti espositivi o artistici, di cui oggi se ne conservano solo più una trentina. Il Circo Calder, realizzato per essere trasportato in valigie, intratteneva il suo pubblico con spettacoli a cui prendevano parte tutti i personaggi creati dall’immaginario di Alexander, fino a che, nel 1928, egli iniziò ad esporre le proprie sculture ed a frequentare gli artisti dell’Avanguardia, fino alla fatidica visita allo studio di Mondrian nel 1930, dopo la quale consacrò il suo lavoro all’Astrattismo.
Tra i più illustri esponenti dell’Astrattismo si colloca l’altra metà della mela di questa mostra, il pittore tedesco Paul Klee, classe 1879, anch’egli figlio d’arte e più precisamente di genitori musicisti, che lo crebbero nell’esercizio di una sensibilità che ne fece un artista dalle molteplici sfaccettature. Non vi sono testimonianze di contatti diretti tra i due artisti, anche perché il momento in cui Calder iniziò il proprio percorso espositivo coincise con la dimissioni di Klee dal Bauhaus – movimento d’innovazione che univa arte e design a moderne tecnologie – e la scoperta del pittore tedesco di essere affetto da sclerodermia, malattia che pochi anni dopo lo porterà alla morte. Eppure, tra i colleghi ed amici più vicini a Calder si annovera un altro mirabile maestro, Joan Miró, il quale a sua volta aveva grande familiarità con l’arte di Paul Klee, motivo in più per pensare che indirettamente quest’ultimo abbia influenzato il collega statunitense.
Entrambi arrivarono a concepire la propria arte come una conversazione sul concetto sempre meno naturalistico di realtà, espressa perlopiù attraverso linee e colori, sospensioni e movimenti del tutto soggettivi ed ideali. “Sideways” pone dunque l’accento su quest’analogo approccio al concetto di realtà e sulla sua traduzione concreta in sculture e tele, spesso composte di materiali differenti, in una ricerca continua e mai stanca. Il percorso espositivo si sofferma in particolare sui due Mobiles in collezione di Calder – Senza Titolo (1958) e Dancing stars (1948) – e suggerisce un contatto che rimanda ai dipinti di Klee, tra cui Erwachende (1920) e Zwei Kräfte (1922).
Una finestra aperta sull’immaginario di due grandi artisti che hanno lasciato il segno nell’arte del XX secolo, una mostra che offre un nuovo affaccio su due mondi paralleli, sospesi nella forma e nel movimento.
Sideways
Museo Berggruen, Berlino
28 febbraio – 6 giugno 2015
http://www.smb.museum/en/museums-and-institutions/museum-berggruen/home.html
Dal 28 febbraio e fino al 6 giugno il Museo Berggruen di Berlino – uno dei “gioielli della corona” tra i luoghi deputati all’arte moderna nella capitale tedesca – ospita la seconda parte di un’esposizione work in progress, dove ogni nuovo step è dedicato ad un confronto tra due artisti scelti, appartenenti alla collezione del mecenate Heinz Berggruen.
La mostra, intitolata “Sideways”, è un progetto espositivo che cresce nel confronto tra le punte di diamante della collezione – Matisse, Picasso, Klee – ed i singoli pezzi di grandi maestri quali Calder, Laurens e Dufy, selezionando un gruppo di capolavori grazie ai quali cercare i punti di contatto più o meno nascosti tra gli artisti, ed offrire quindi nuovi spunti di riflessione agli estimatori.