Guaidó e gli Usa lamentano la presenza russa sul territorio venezuelano. Mosca risponde con l’accordo di cooperazione con Caracas del 2001
L’ultima querelle tra Russia e Stati Uniti sul Venezuela ha inizio al termine della scorsa settimana, quando due aerei militari di Mosca sono atterrati a Caracas. Secondo indiscrezioni di stampa, i velivoli dell’aviazione avrebbero trasportato nel Paese sudamericano Vasily Tonkoshkurov, a capo dello staff delle forze terrestri russe, 100 militari e 35 tonnellate di materiale.
Tanto è bastato per preoccupare il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Bolton, che sul social preferito del Presidente Donald J. Trump, Twitter, ha detto che gli “Stati Uniti non tollereranno l’interferenza di forze militari ostili agli obiettivi condivisi di democrazia, sicurezza e rispetto della legge dell’emisfero ovest. L’esercito venezuelano deve stare dalla parte del popolo”.
Le parole di Bolton non sono passate inosservate e, ironicamente, il Cremlino ha risposto riproponendo un pezzo di storia degli Stati Uniti, scomodando la Dottrina Monroe. “Come 200 anni fa in epoca coloniale, gli Stati Uniti continuano a considerare l’America Latina come una zona di loro esclusivo interesse, il loro giardino, e chiedono che gli si obbedisca senza una parola e che le altre Nazioni non si avvicinino”, dice la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova.
Sulla stessa linea il portavoce del Ministro degli Esteri della Cina, Geng Shuang che, rispondendo a Bolton, afferma: “Tutte le Nazioni dell’emisfero ovest, compresi i Paesi latinoamericani, sono Stati indipendenti e sovrani. Hanno il diritto di scegliere la propria politica estera e il modo in cui beneficiare della cooperazione con chi desiderano”.
Parla di “incursione sul territorio venezuelano, non autorizzata dall’Assemblea Nazionale” l’Organizzazione degli Stati Americani. In un comunicato, il Segretariato Generale dell’Organization of American States (OAS) sostiene che la presenza di personale e mezzi militari costituisce un atto dannoso per la sovranità venezuelana, “uno strumento di intimidazione repressiva in un contesto di transizione democratica guidata dal Presidente ad interim Juan Guaidó”, autoproclamatosi a fine gennaio.
È evidente che la tensione tra le parti è del tutto esacerbata e una soluzione a breve termine non sembra scaturire. Nonostante le voci di una possibile invasione siano state bocciate in toto dal Ministro della Difesa del Brasile, Fernando Azevedo e Silva, Nicolas Maduro e Vladimir Putin mandano avanti la collaborazione sfruttando l’accordo del 2001. La presenza di specialisti militari russi è regolamentata dal trattato di cooperazione militare tecnica, ratificata da entrambi i Paesi. “Come osservatore permanente dell’OAS” — ha detto Maria Zakharova — “la Russia ha interesse nel promuovere la piena cooperazione con questa organizzazione regionale”. Zakharova sottolinea che il Venezuela è un partner strategico di Mosca.
@melonimatteo
Guaidó e gli Usa lamentano la presenza russa sul territorio venezuelano. Mosca risponde con l’accordo di cooperazione con Caracas del 2001