Microsoft-TikTok: trattativa geopolitica per l’acquisizione
Microsoft e TikTok: Trump cambia idea dopo aver espresso parere negativo sulla compravendita di TikTok da parte di un’azienda Usa. Si decide tutto entro il 15 settembre
Microsoft e TikTok: Trump cambia idea dopo aver espresso parere negativo sulla compravendita di TikTok da parte di un’azienda Usa. Si decide tutto entro il 15 settembre
Diventa un caso l’acquisizione delle operazioni di TikTok negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e Nuova Zelanda. Microsoft, guidata dall’amministratore delegato Satya Nadella, è fortemente interessata all’app di proprietà dell’azienda cinese ByteDance, ma trova ostacoli geopolitici per finalizzare la compravendita. L’amministrazione del Presidente Donald Trump è in guerra aperta con il Partito comunista cinese: oltre ad aver aperto numerosi fronti di scontro diplomatici, cerca di limitare la presenza industriale di Pechino sul suo territorio.
Sul versante informatico, la Cina è accusata di utilizzare illegalmente i dati privati dei cittadini statunitensi, con ByteDance che sfrutterebbe la presenza degli utenti Usa registrati su TikTok per metterli a disposizione del Pcc. Da tempo, il Comitato per gli Investimenti Esteri negli States sorveglia ByteDance, fin dall’acquisizione — nel 2017 — dell’app Musical.ly, poi fusa con TikTok. Musical.ly aveva un’ampia platea di pubblico a stelle e strisce, i cui dati sono poi passati dentro ByteDance. Già allora ci furono rimostranze dal parte del mondo politico, che oggi sono incanalate in un più ampio schema che sfida apertamente la Repubblica Popolare Cinese.
Contraddittoria la posizione della Casa Bianca. In un primo momento, rispondendo alle domande dei cronisti venerdì scorso, Trump ha espresso parere negativo sulla compravendita di TikTok da parte di un’azienda Usa, per poi cambiare idea nella giornata di ieri. Nella telefonata intercorsa tra il Ceo di Microsoft e il Presidente, il Governo avrebbe sottolineato ancora una volta le preoccupazioni sull’uso delle informazioni dei circa 100 milioni di utenti statunitensi. Dal canto suo, Nadella avrebbe spiegato al Commander in Chief che, passando in mano a una società locale, i dati verrebbero conservati nel Paese e, in fase di trattativa, verrebbe posto come punto specifico la cancellazione delle informazioni presenti nei server cinesi.
Per Microsoft, l’occasione è ghiotta per entrare nel mercato dei social network e poter così confrontarsi con gli altri leader del settore, Facebook su tutti. Come spiega la nota rilasciata da Redmond, quartier generale dell’azienda fondata da Bill Gates, “le trattative sono ancora in fase preliminare e non c’è garanzia di successo”. Inoltre, “non verranno dati altri aggiornamenti” finché non ci sarà una decisione finale sulla questione. “Microsoft — continua il testo — apprezza il diretto coinvolgimento del Governo e del Presidente Trump nello sviluppo di un sistema di sicurezza per la protezione della nazione”.
Sul fronte opposto, ByteDance — come riportato dal Ft e Bloomberg — conferma la trattativa con Microsoft tramite una lettera interna inviata dal fondatore Zhang Yiming al suo staff: l’operazione è ancora alle “fasi preliminari” e non è chiara quale sarà il suo esito. “L’attuale situazione geopolitica, così come l’approccio dell’opinione pubblica, è sempre più complessa. In alcuni mercati stiamo affrontando grandi pressioni esterne, ma il nostro team sta lavorando attivamente da settimane per cercare di raggiungere il miglior risultato”.
Zhang ha anche espresso il rammarico per la scelta del Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS): “Nonostante la nostra volontà nell’adottare tutte le soluzioni tecniche alle loro richieste, il Comitato crede ancora che sia necessaria la vendita di TikTok: non siamo d’accordo con questa decisione. Abbiamo sempre protetto la sicurezza dei dati degli utenti, l’indipendenza e la trasparenza della piattaforma”, ha scritto il founder.
Per la Cina, la posizione degli Stati Uniti verso le aziende di Pechino dimostra “ipocrisia” e viene utilizzato un “doppio standard” che va contro le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. “Le accuse degli Stati Uniti sono senza fondamento. Questa — afferma Wang Wenbin, Portavoce del Ministero degli Esteri cinese — è una violazione delle leggi economiche, non c’è imparzialità né libertà. Basta con la politicizzazione dell’economia e delle questioni commerciali, basta con le pratiche discriminatorie in nome della sicurezza nazionale”.
Ma lo scontro sembra essere solo agli inizi: nel corso di un’intervista alla trasmissione Sunday Morning Futures trasmessa su Fox News, il Segretario di Stato Mike Pompeo ha affermato che è pronto il blocco su suolo statunitense per numerose app provenienti dalla Cina, citando anche WeChat, sviluppata dalla Tencent. “Le aziende cinesi di software mettono i dati a disposizione del Partito Comunista Cinese e al loro apparato di sicurezza. Parliamo di riconoscimento facciale. Parliamo di informazioni sulla residenza, numeri di telefono, le varie connessioni con gli amici. Il Presidente Trump è stato chiaro, è di questo che ci stiamo occupando. Sono questioni di sicurezza nazionale”.
Microsoft e TikTok: Trump cambia idea dopo aver espresso parere negativo sulla compravendita di TikTok da parte di un’azienda Usa. Si decide tutto entro il 15 settembre
Diventa un caso l’acquisizione delle operazioni di TikTok negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e Nuova Zelanda. Microsoft, guidata dall’amministratore delegato Satya Nadella, è fortemente interessata all’app di proprietà dell’azienda cinese ByteDance, ma trova ostacoli geopolitici per finalizzare la compravendita. L’amministrazione del Presidente Donald Trump è in guerra aperta con il Partito comunista cinese: oltre ad aver aperto numerosi fronti di scontro diplomatici, cerca di limitare la presenza industriale di Pechino sul suo territorio.
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