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Nato: a Bucarest l’Ucraina al centro delle discussioni come 14 anni fa


Ultimo incontro del 2022 per i Ministri degli Esteri del Patto Atlantico: dal no al Membership Action Plan all’open door policy, oggi la situazione è ancora più complessa rispetto al 2008

A distanza di 14 anni, la questione l’Ucraina è diventata più urgente che mai per la Nato, con l’invasione della Russia e la reazione dei membri del Patto Atlantico, conseguente alle azioni di Mosca, che pesano sulla stabilità internazionale sul fronte sia geopolitico che economico. Tra oggi e domani proprio a Bucarest, città che nel 2008 ospitò uno storico summit Nato, si incontreranno, per l’ultima riunione del 2022, i Ministri degli Esteri dei Paesi membri e altri esponenti governativi di nazioni invitate. Un faccia a faccia che sarà di fondamentale importanza per ribadire la vicinanza del Patto Atlantico a Kiev, ma che delineerà ulteriormente l’intenzione (o meno) dei Paesi nel coordinamento della risposta verso la Federazione, con annessi e connessi. A cominciare dal processo di allargamento per Finlandia e Svezia, per le quali parrebbero arrivare rassicurazioni dall’Ungheria, con tempi più lunghi per quanto riguarda la posizione della Turchia.

Lo storico summit del 2008

Quello del 2008 fu un meeting che in qualche modo spaccò gli Alleati: da una parte, lo stop alla proposta dell’allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush al Membership Action Plan per Ucraina e Georgia, ovvero l’avvio del procedimento di adesione delle due nazioni alla Nato; dall’altro, l’ok alla open door policy, la politica della porta aperta verso chi è interessato all’ingresso nel Patto Atlantico, a posteriori visto più che altro come un atto consolatorio offerto a Washington per non farla risultare perdente dal risultato del meeting di 14 anni fa.

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