La società israeliana nota per la produzione dello spyware Pegasus finisce nella black list federale. Dura la presa di posizione di Washington: “Attività contrarie alla nostra politica estera e agli interessi di sicurezza nazionale”
L’amministrazione democratica negli Stati Uniti entra a gamba tesa contro l’azienda israeliana Nso Group, nota per la produzione dello spyware Pegasus, utile a Governi illiberali per il controllo di esponenti politici dell’opposizione e attivisti per i diritti umani. Washington inserisce Nso Group nella black list commerciale Usa: una presa di posizione importante perché diretta a colpire una realtà tecnologica di un alleato di peso come Israele.
“L’azione odierna fa parte degli sforzi dell’amministrazione Biden-Harris di mettere i diritti umani al centro della politica estera degli Stati Uniti, compreso il lavoro per il blocco della proliferazione di strumenti digitali utilizzati per la repressione”, spiega il Dipartimento di Stato. “Rafforziamo, in questo modo, la sicurezza digitale dei cittadini, combattendo le minacce informatiche e mitigando la sorveglianza illegale”.
Per il Dipartimento di Stato, Nso Group — insieme a Candiru, una controllata dell’azienda — ha sviluppato e venduto spyware a Governi stranieri, usati per colpire maliziosamente esponenti politici, giornalisti, uomini d’affari, attivisti, accademici e lavoratori nelle ambasciate. L’azienda ha ripetutamente spiegato che le strumentazioni sono vendute dietro autorizzazione del Governo di Israele, fatto che mette in luce il legame tra Tel Aviv e nazioni quali Arabia Saudita — che con Pegasus ha spiato il giornalista Jamal Khashoggi — e gli Emirati, che a loro volta hanno sfruttato la tecnologia per controllare operatori dell’informazione stipendiati da Al Jazeera.
L’accusa è nota da tempo: i ricercatori del Citizen Lab e della Munch School affiliati all’Università di Toronto pubblicarono lo scorso anno una ricerca che dimostra l’uso dello spyware da parte di Riad e Abu Dhabi. La pubblicazione dell’Università di Toronto evidenziò come tre dipendenti della Nso Group abbiamo lavorato su 18 cellulari per conto del Governo saudita, mentre un altro dipendente della società di cybersecurity su 15 dispositivi mobili di interesse all’esecutivo emiratino.
Ma non solo: come già raccontato da eastwest, tra i Governi che sfruttano lo spyware è stato scoperto, attraverso le analisi forensi sui cellulari, che l’Ungheria di Viktor Orbán ha spiato almeno 5 giornalisti. Tra questi, Szabolcs Panyi e András Szabó della rivista investigativa Direkt36, che ha pubblicato una serie di documenti che hanno rivelato l’accordo tra l’esecutivo guidato da Fidesz e il Partito comunista cinese per la costruzione del campus della Fudan University a Budapest.
La società israeliana nota per la produzione dello spyware Pegasus finisce nella black list federale. Dura la presa di posizione di Washington: “Attività contrarie alla nostra politica estera e agli interessi di sicurezza nazionale”