Un Presidente liberale potrebbe forse costituire la migliore garanzia per una politica solidale e inclusiva. Aspettiamo le prime mosse
I Ministri delle Finanze dell’eurozona hanno eletto l’irlandese Paschal Donohoe come nuovo Presidente dell’Eurogruppo, l’organo informale che riunisce i Ministri delle Finanze dei 19 Paesi che adottano l’euro. L’elezione di Donohoe ribalta i pronostici della vigilia, che davano favorito il Ministro dell’Economia spagnola, la socialista Nadia Calvino. Il voto ha mostrato la spaccatura nell’Unione monetaria, dove i piccoli nordici hanno battuto i grandi; Calvino infatti aveva il consenso dei quattro principali Paesi dell’eurozona (Germania, Francia, Italia e Spagna) che insieme rappresentano circa l’80% del Pil dell’area euro.
Nella sua lettera programmatica, Nadia Calvino aveva insistito sulla “necessità di evitare di ritirare le politiche di sostegno troppo presto”, definendo la revisione del Patto di stabilità come un’opportunità importante per incentivare l’occupazione. Parole che non devono aver convinto il fronte dei rigoristi, che è riuscito a spuntarla sul nome di Paschal Donohoe.
Il Presidente dell’Eurogruppo, che rimane in carica due anni e mezzo, non ha poteri propri ben delineati, ma ricopre un importante ruolo di mediazione tra le diverse posizioni.
Donohoe, nella sua lettera di presentazione, si è definito come un bridge-builder. Dovrà riuscire in un’opera di mediazione tra i Paesi favorevoli a un uso ampio degli strumenti fiscali comuni (cioè quelli che sosteneva Nadia Calvino) e i cosiddetti Paesi frugali, per i quali potrebbe rappresentare una figura di garanzia. Donohoe, nella sua lettera ai colleghi, ha ribadito l’importanza di “concordare un percorso per tornare alle regole sugli aiuti di Stato e al Patto di stabilità”. Il Ministro irlandese ha anche adottato nel proprio Paese un approccio molto rigoroso al bilancio pubblico, riportando per la prima volta in dieci anni l’Irlanda in surplus.
Donohoe – come tutti i Presidenti di organi a composizione mista, senza maggioranze chiare – avrà un compito primario di mediazione. Dunque non è necessariamente una cattiva notizia per i Paesi fondatori – fautori di un’accelerazione del processo di integrazione anche sui temi del welfare – avere come Presidente una figura che rappresenta una garanzia per i frugali e può quindi spingerli anche verso decisioni più coraggiose, confidando nel suo ombrello.
Un Presidente liberale potrebbe forse costituire la migliore garanzia per una politica solidale e inclusiva. Aspettiamo le prime mosse
I Ministri delle Finanze dell’eurozona hanno eletto l’irlandese Paschal Donohoe come nuovo Presidente dell’Eurogruppo, l’organo informale che riunisce i Ministri delle Finanze dei 19 Paesi che adottano l’euro. L’elezione di Donohoe ribalta i pronostici della vigilia, che davano favorito il Ministro dell’Economia spagnola, la socialista Nadia Calvino. Il voto ha mostrato la spaccatura nell’Unione monetaria, dove i piccoli nordici hanno battuto i grandi; Calvino infatti aveva il consenso dei quattro principali Paesi dell’eurozona (Germania, Francia, Italia e Spagna) che insieme rappresentano circa l’80% del Pil dell’area euro.
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