spot_img

Piano Sud 2030: cosa fare?


Il Piano Sud 2030 vuole ridurre il gap tra Nord e Sud con investimenti pubblici e privati. Le risorse ci sono, ma mancano le idee per un rilancio nazionale e soprattutto del Mezzogiorno

Nei prossimi mesi il premier Giuseppe Conte dovrebbe concentrarsi soprattutto sul Recovery Plan nazionale e i suoi effetti sul Sud. La cabina di regìa è il Ciae e il Ctv − la struttura tecnica – che si riunisce quotidianamente aggiornandosi sui progetti presentati dai singoli ministeri. Su cosa si lavorerà? L’esecutivo Conte aveva già scritto il suo di Recovery Plan nazionale declinato in 9 macro-aree e 137 progetti specifici presentati il 21 giugno, alla fine degli Stati generali tenuti nella cornice rinascimentale di Villa Madama poco distante dal Mae diretto dal Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Il Piano Sud 2030

Il piatto forte per il Mezzogiorno sono le infrastrutture, a partire dall’Alta velocità ferroviaria che attualmente finisce a Salerno. L’altro asso nella manica sarà la digitalizzazione del Paese, che ovviamente dovrà riguardare la pubblica amministrazione in primis ma anche decidere senza ulteriori tentennamenti la modalità societaria per fornire una rete in fibra ottica nazionale, una spina dorsale digitale per unire il Paese che in tempi di lockdown si è rivelata indispensabile. Poi c’è il capitolo fisco che potrebbe rappresentare una riforma fondamentale per il Meridione con l’ipotesi di varare una fiscalità di vantaggio per il Sud.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

- Advertisement -spot_img
rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo