L’esperienza formativa di un gruppo di studenti di ritorno da una missione di studio a Mosca lo scorso ottobre, parte del programma World in Progess di Eastwest European Institute
Durante la terza settimana di settembre abbiamo avuto il privilegio di andare in Russia, specificatamente nella capitale, Mosca, come partecipanti al programma World in Progress dell’Eastwest European Institute.
Una delle tematiche più attuali discusse nei vari incontri con rappresentanti russi di alto profilo è stata quella delle relazioni tra la Federazione russa e la Repubblica popolare cinese: il cambiamento delle dinamiche geopolitiche in Asia e nel mondo a causa della rapida crescita dell’economia cinese e conseguentemente delle sue capacità militari.
Questa nuova realtà geopolitica è stata chiaramente menzionata e delineata dai professori ed esperti geopolitici della Higher School of Economics Dmitry Suslov e Sergei Karaganov. La posizione russa e in particolare le relazioni con la Cina sono state inoltre discusse con altri esperti di politica estera al RIAC (Russian International Affairs Council), tra i quali il direttore Andrey Kortunov e l’ex Ministro degli Affari Esteri Igor Ivanov.
Molti esperti russi concordano sul fatto che oggi siamo a un punto decisivo dal quale emerge un nuovo ordine mondiale multipolare: una moltitudine di stati entrano facilmente in stretto contatto gli uni con gli altri per motivi di comune interesse. Cina e Russia rientrerebbero tra i beneficiari di questa multipolarità. Nonostante la loro vicinanza geografica, i due Stati intrattengono buone relazioni poiché i Governi sono riusciti ad allineare i loro interessi, collaborando e beneficiando mutualmente in regioni chiave e creando profondi legami economici. Inoltre, si ritengono entrambi l’altro piatto della bilancia contro l’influenza occidentale.
La strategia di politica estera russa punta a espandersi globalmente, cercando di affermarsi come grande potenza chiave ed autonoma, con politiche estere indipendenti, importanti capacità militari e un’ampia cooperazione di difesa globale. La Cina viene vista come un vicino grande, ma relativamente “amichevole”, con potenziale per collaborazioni ancora più significative, specialmente in ambito militare. Mosca punta ad affermarsi come potenza chiave e con un’influenza predominante nel processo decisionale nei territori di maggiore interesse, tra cui l’Asia centrale, dove interessi russi coincidono con una forte collaborazione con la Cina.
In Asia centrale, la Cina cerca di guadagnare influenza attraverso programmi di investimenti, come la Silk and Road Initiative, mentre la Russia intende influenzare con un approccio di soft power. Questo approccio consiste nel mediare per gli investimenti cinesi, supportare l’ampliamento delle infrastrutture, ma rendendosi al contempo partner chiave con cooperazioni militari e diplomatiche, espandendo la cultura russa, “salvaguardando le sovranità nazionali e l’indipendenza”. Tramite il ruolo russo di mediatore e tramite la partecipazione reciproca nella difesa regionale, le due potenze hanno armoniosamente allineato i loro interessi primari.
Ciò nonostante, sebbene la relazione sembri attualmente rosea, i due Stati potrebbero divergere e collidere in Asia centrale o in altre regioni chiave se gli interessi comuni cambiassero.
Quasi tutti gli esperti e rappresentanti di Governo russi con i quali abbiamo avuto il privilegio di parlare hanno espresso l’obiettivo di Mosca di una “politica estera indipendente”. Questo implica che la Russia debba rimanere necessariamente indipendente dall’influenza cinese, cosa difficile dal momento che le relazioni verso ovest sono quasi congelate. Inoltre, molti hanno chiaramente riconosciuto il potenziale di influenza della Repubblica popolare cinese in Russia proprio per le dipendenze citate in precedenza, però nessuno considera attualmente la Cina una possibile minaccia militare.
Il testa a testa Cina/Stati Uniti potrebbe risultare positivo per la Russia, rendendola più centrale per la cooperazione, aumentando così il suo valore geopolitico. Ma anche se così fosse, Mosca dovrebbe rimanere indipendente da Pechino e dall’Occidente, bilanciando accuratamente le sue politiche verso entrambi i fronti. L’attuale simbiosi geopolitica sino-russa potrebbe trasformarsi in una dipendenza unilaterale, con la Russia inglobata nelle nuove sfere di influenza. La Russia non avrebbe più l’indipendenza geopolitica che il governo vuole mantenere.
Solo il tempo ci dirà se l’attuale politica estera sinofila, il mondo multipolare e il bilanciamento est-ovest permetteranno alla Russia di mantenere il suo status.
Vai sul sito di Eastwest European Institute.
Alex Pombo, (Basilea) attualmente iscritto a Scienze Politiche all’università di Ginevra.
Matteo Bertani, (Canegrate), laurea in Management all’International School of Management di Amburgo.
Durante la terza settimana di settembre abbiamo avuto il privilegio di andare in Russia, specificatamente nella capitale, Mosca, come partecipanti al programma World in Progress dell’Eastwest European Institute.
Una delle tematiche più attuali discusse nei vari incontri con rappresentanti russi di alto profilo è stata quella delle relazioni tra la Federazione russa e la Repubblica popolare cinese: il cambiamento delle dinamiche geopolitiche in Asia e nel mondo a causa della rapida crescita dell’economia cinese e conseguentemente delle sue capacità militari.