Demolition Man, con quest’ultimo colpo di mano da più furbo del reame, riesce nell’impresa senza precedenti (e probabilmente irripetibile) di azzerare i suoi consensi elettorali. Per ragioni più etiche che politiche
Demolition Man, con quest’ultimo colpo di mano da più furbo del reame, riesce nell’impresa senza precedenti (e probabilmente irripetibile) di azzerare i suoi consensi elettorali. Per ragioni più etiche che politiche
Caos. Questa è la parola più usata dagli osservatori europei per definire la crisi aperta in Italia da Matteo Renzi il 13 gennaio scorso. Il Financial Times definisce il politico fiorentino “Demolition Man”, avvertendo che “la crisi italiana minaccia di ostacolare il Recovery Plan di Bruxelles”. La crisi arriva “nel momento peggiore possibile per l’Italia”, ribadisce il Guardian, mentre la rivista tedesca Die Zeit parla di “atto disperato” di Renzi per “riguadagnare finalmente visibilità e peso politico” e sottolinea che nei sondaggi Italia Viva si attesta al ¾% dei consensi, mentre la popolarità del Presidente del Consiglio supera il 50.
La crisi italiana scuote l’Europa, nessuno se l’aspettava e in molti si domandano come finirà.
Noi non lo sappiamo (bisognerebbe essere degli indovini), ma proviamo a fissare qualche punto fermo, attraverso i quali orientarci:
1) sbaglia chi equipara la nostra crisi a quella olandese, minimizzandone gli eventuali esiti, in nome dell’esercizio dei diritti democratici. Mark Rutte (che certamente non è simpatico a noi Italiani, per i suoi pregiudizi – in parte giustificati – nei nostri confronti) si è dimesso per un atto di serietà, dopo che il Governo olandese ha dovuto risarcire diverse famiglie a cui era stato richiesto di restituire il bonus figli a cui invece avevano diritto. Al centro sono state messe le difficoltà della popolazione, come sarebbe logico attendersi da qualsiasi Governo.
2) la mossa di Renzi, invece, appare tutt’altro che chiara, soprattutto agli elettori (come risulta evidente dai sondaggi e dai social media). Perché indebolire il Governo, mentre i contagi galoppano e tutto il Paese è bloccato? Non solo il mondo delle Istituzioni è impegnato nella campagna vaccinale, ma anche quello privato sta producendo uno sforzo senza precedenti per fronteggiare la pandemia: grandi aziende che hanno improvvisato produzioni di mascherine e piccole imprese che si sono riconvertite impegnandosi nei settori sanitari e parasanitari, per realizzare e distribuire prodotti anti Covid in tutto il Paese. Per non parlare delle migliaia di attività economiche al limite della sopravvivenza o già saltate, con ripercussioni drammatiche su economia e lavoro. Ma allora, perché rischiare nuove elezioni in questo momento? Certo, anche la Germania va a elezioni in autunno, ma quella sarà una scadenza naturale e la transizione sarà sicuramente meno traumatica. Invece, l’Italia affronta una crisi, non necessaria, in uno dei mesi più drammatici nell’evoluzione della pandemia.
3) l’obiettivo dichiarato da Renzi è duplice:
a) migliorare il piano nazionale di uso dei fondi del Recovery Plan;
b) ottenere maggiore collegialità da Palazzo Chigi. Non posso non sorridere amaro: il Recovery Plan è stato certamente migliorato dai contributi di Italia Viva, spostando molti fondi da spesa corrente a investimenti. Ma che Renzi chieda più collegialità è come se Hitler facesse cadere un Governo perché ne vorrebbe uno che tuteli meglio le minoranze. Sarebbe difficile fidarsi della sua onestà intellettuale…
Condivido la scelta del Premier di giocare allo scoperto, mettendo fine alla trame di palazzo e rendendo noti anche agli elettori i come e i perché di questa crisi. Per avere la maggioranza assoluta, Conte deve arrivare a 161 voti al Senato. Ce la farà senza i 18 Senatori di Italia Viva? Probabilmente no. Può governare lo stesso? Sì, con un Governo di maggioranza relativa (maggioranza dei voti espressi). Ci sono diversi precedenti storici, da D’Alema a Berlusconi, da Moro a Fanfani. La Spagna, per citare anche un Paese diverso dal nostro, ha espresso forse i migliori Governi degli ultimi venti anni senza una maggioranza assoluta, andando a raccogliere maggioranze volta per volta sui singoli provvedimenti, come potrebbe essere logico fare in un periodo di grave emergenza sanitaria quale quello che stiamo vivendo.
Scarterei anche la favoletta del Governo Draghi: tutti sanno che non è una ipotesi verosimile (anche se auspicabile), perché non avrebbe maggioranza più solida del Conte bis rimpastato.
Certo, per ricercare maggioranze volta per volta, dovremmo essere un Paese serio…
Demolition Man, con quest’ultimo colpo di mano da più furbo del reame, riesce nell’impresa senza precedenti (e probabilmente irripetibile) di azzerare i suoi consensi elettorali. Per ragioni più etiche che politiche
Caos. Questa è la parola più usata dagli osservatori europei per definire la crisi aperta in Italia da Matteo Renzi il 13 gennaio scorso. Il Financial Times definisce il politico fiorentino “Demolition Man”, avvertendo che “la crisi italiana minaccia di ostacolare il Recovery Plan di Bruxelles”. La crisi arriva “nel momento peggiore possibile per l’Italia”, ribadisce il Guardian, mentre la rivista tedesca Die Zeit parla di “atto disperato” di Renzi per “riguadagnare finalmente visibilità e peso politico” e sottolinea che nei sondaggi Italia Viva si attesta al ¾% dei consensi, mentre la popolarità del Presidente del Consiglio supera il 50.
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