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Il ruolo della Cina nella governance globale


La Cina ha aperto una nuova strada per la governance globale, lontana dall’influenza degli Stati Uniti e diretta verso nuove istituzioni sovranazionali. Ma 5G e Covid-19 hanno messo a dura prova la sua resistenza

Come motore della riforma di un sistema di governance economica globale incentrato sul predominio degli Stati Uniti e delle strutture neoliberali, la Cina ha aperto la strada al cambiamento con l’avvio di nuove istituzioni e norme sovranazionali, incentrate sugli investimenti e guidate dalla Belt and Road Initiative. Resta da vedere se questi cambiamenti saranno ostacolati o minati dagli eventi collegati alla pandemia.

Sin dal consolidamento del mondo unipolare all’indomani del crollo dell’Urss nel 1991, i principi neoliberali alla base del sistema economico globale hanno subito un forte contraccolpo in tutto il mondo. I vincoli all’allineamento delle scelte di politica nazionale in accordo con le politiche di stabilità monetaria del Fmi e della Banca mondiale sono emersi a discapito del Sud del mondo. I netti tagli al benessere pubblico con i programmi di adeguamento strutturale hanno esacerbato la povertà nei Paesi in via di sviluppo. Il pesante fardello economico della crisi finanziaria del 2008 – causato dalle azioni sconsiderate delle banche e degli istituti di credito in nome della crescita e della prosperità del mercato – ha ulteriormente screditato un sistema che pretende di difendere la libertà.

L’alternativa cinese

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