Dagli anni 2000 in poi, grazie all’autore Nassim Nicholas Taleb divenne popolare la figura del “Black Swan”, il cigno nero, evento inaspettato che avrebbe modificato le nostre vite in meglio o in peggio. Negli anni questo termine assunse solo connotati negativi.
Gli eventi non giocarono a suo favore. La crisi finanziaria del 2008, il Covid-19 del 2019 e la guerra in Ucraina del 2022. Tutti cigni neri. Come ha scritto all’inizio del 2023 Ruchir Sharma, economista del Financial Times, esiste un’altra figura alla quale dobbiamo essere preparati il “Blue Bird”, l’uccello raro dalle sfumature azzurre, animale capace di portare nuove opportunità e ricadute positive. Il prossimo Blue Bird potrebbe essere la fine inaspettata e improvvisa della guerra in Ucraina, un accordo tra Cina e America, o ancora una nuova tecnologia che migliori la vita dei cittadini e la capacità dei Paesi di proteggerli.
Ma per intercettare il prossimo Blue Bird e trattenerlo con noi, bisogna allenare i nostri occhi a guardare al futuro con curiosità e flessibilità, le nostre menti a intuire soluzioni non lineari con gli ingredienti a disposizione, la nostra cultura ad avere il coraggio di perseguire nuove strade con determinazione. Non solo per difenderci, per essere resilienti, per continuare la nostra attività in situazioni critiche. Ma per crescere. Per rafforzare il nostro tessuto imprenditoriale, educativo, sociale. Per ampliare il benessere del nostro paese, delle aziende e dei cittadini e delle cittadine che continuano a lavorare e credere nell’Italia.
Quali sono i blue bird da accogliere? Protagonisti: dati e intelligenza artificiale.
Dall’health care con la digital therapy, alla politica con sistemi di previsione di eventi futuri, individuare settori e tecnologie non ci metterà al riparo nè dalla fatica che affronteremo, nè dagli ostacoli che incontreremo, nè tanto meno dagli altri competitor che correranno con noi. Sappiamo che aziende e paesi, dovranno riprogettare strategie e organizzazioni, migliorare ed espandere collaborazioni interne e esterne, aumentare competenze, mitigare i rischi che ogni cambiamento porta con sé affinchè la tecnologia sia uno strumento a sostegno del benessere di tutti e tutte. Ma il benessere che la tecnologia ha promesso, di crescita economica e sociale, oggi va realizzato.
Nei primi giorni di Covid-19, l’industria tecnologica era consumata da un senso di euforia. Con miliardi di persone bloccate a casa, il lavoro, la scuola e il divertimento si stavano spostando online. Molti speravano che la nuova normalità avrebbe innescato un enorme boom della produttività, grazie alla digitalizzazione delle aziende e alla riduzione del tempo trascorso dai lavoratori a fare i pendolari. Nel 2022 il vento ha smesso di soffiare. L’euforia è finita e oggi l’indice della “follia”, il cosiddetto “lockdown lunacy index”- che comprende Netflix, servizio di streaming; Peloton azienda che vende cyclette collegate a Internet, Robinhood, un’app per la compravendita di azioni, Shopify, una piattaforma di e-commerce e Zoom, azienda di videoconferenze – è sceso di oltre l’80%.
L’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin ha portato, insieme a un’enorme incertezza legata al rischio di escalation nucleare, l’impennata dei costi dei generi alimentari e dell’energia alimentando tassi di inflazione con ripercussione sulla stabilità macroeconomica. In tutto questo gli innovatori del mondo hanno cercato di adattarsi alla nuova realtà di questi ultimi due anni. Molte aziende tech hanno licenziato lavoratori o chiuso progetti sperimentali per tagliare i costi.
Con questo scenario, i Governi sono chiamati sia a sostenere l’innovazione in modi nuovi senza quasi più modelli da seguire, sia a indirizzare le nuove tecnologie verso una prosperità economica e sociale, attraverso politiche industriali coerenti, coordinate e disciplinate. Se questo accadrà, sarà probabile che inizieremo a scrivere una nuova pagina di futuro popolata da “Blue bird”. In caso contrario, molti progetti scomposti faranno da sfondo a relazioni geopolitiche basate su strappi tecnologici che continueranno a far ondeggiare investimenti, aziende, mercati finanziari, a ingombrare le pagine di giornali affollando convegni di roboanti interpretazioni. Ma di fatto, poco potranno regalare allo sviluppo della nostra società e economia. A noi come sempre la scelta. Andare a caccia di Black Swan o fare di tutto per veder volare nel nostro giardino i Blue Bird.
Gli eventi non giocarono a suo favore. La crisi finanziaria del 2008, il Covid-19 del 2019 e la guerra in Ucraina del 2022. Tutti cigni neri. Come ha scritto all’inizio del 2023 Ruchir Sharma, economista del Financial Times, esiste un’altra figura alla quale dobbiamo essere preparati il “Blue Bird”, l’uccello raro dalle sfumature azzurre, animale capace di portare nuove opportunità e ricadute positive. Il prossimo Blue Bird potrebbe essere la fine inaspettata e improvvisa della guerra in Ucraina, un accordo tra Cina e America, o ancora una nuova tecnologia che migliori la vita dei cittadini e la capacità dei Paesi di proteggerli.
Ma per intercettare il prossimo Blue Bird e trattenerlo con noi, bisogna allenare i nostri occhi a guardare al futuro con curiosità e flessibilità, le nostre menti a intuire soluzioni non lineari con gli ingredienti a disposizione, la nostra cultura ad avere il coraggio di perseguire nuove strade con determinazione. Non solo per difenderci, per essere resilienti, per continuare la nostra attività in situazioni critiche. Ma per crescere. Per rafforzare il nostro tessuto imprenditoriale, educativo, sociale. Per ampliare il benessere del nostro paese, delle aziende e dei cittadini e delle cittadine che continuano a lavorare e credere nell’Italia.