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Tutta la discontinuità fra Alitalia e Ita voluta da Bruxelles


Dopo mesi di trattative, la Commissione europea ha dato il via libera al piano industriale della nuova compagnia di Stato, che decollerà il 15 ottobre. Tanti gli elementi di cesura richiesti dall'Ue

Parola d’ordine: discontinuità. È stato il mantra lungo tutti i mesi della trattativa tra Roma e Bruxelles sull’avvenire di Alitalia dopo cinque anni di amministrazione straordinaria. Un negoziato serrato, a volte anche aspro – come ha di recente rivelato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea e titolare della Concorrenza -, con i tecnici della Torre Madou determinati a chiedere che la nuova compagnia di Stato, Ita, arrivasse sul mercato come “un attore economico nuovo, redditizio e distinto da Alitalia.

Sull’operatore in via di dismissione, infatti, pesa un’indagine della direzione generale Concorrenza (DG COMP) per aiuti di Stato illegali pari a oltre 1,3 miliardi di euro: la condanna altamente probabile rende necessaria una significativa cesura con il passato per far sì che i debiti rimangano a carico di Alitalia (e in ultima analisi dei contribuenti) ed evitino di pesare invece sulle casse della neonata compagnia.

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