Gli Stati Uniti sembrano aver convinto l’Europa sul pericolo che la Russia invada nuovamente l’Ucraina come nel 2014: le informazioni riguardano il dispiegamento di armi e uomini e armi al confine
Gli Stati Uniti sembrano essere riusciti a convincere l’Europa sul pericolo che la Russia invada nuovamente l’Ucraina come nel 2014. Per settimane funzionari americani hanno fatto la spola tra le capitali europee e Bruxelles per presentare le prove raccolte e insistere sul fatto che il pericolo sia reale.
La quantità di materiale condivisa con gli alleati è fuori della norma. La ragione per questo anormale passaggio di segreti si trova nei dubbi espressi dagli europei per settimane. Diplomatici ed esperti di intelligence ritenevano che l’allarme americano fosse esagerato e coincidesse almeno in parte con una volontà muscolare di Washington nei confronti del Cremlino. “Molti alleati non erano convinti che stessero accadendo cose serie – ha detto un funzionario di un Paese europeo al Financial Times – Eravamo sorpresi di questo divario, come e perché gli Stati Uniti vedevano cose che noi non vedevamo?”.
La stessa persona ha spiegato al quotidiano britannico che dopo la condivisione dei documenti il punto di vista europeo è cambiato. Le informazioni americane riguardano tra le altre cose il movimento di truppe e i preparativi logistici per ammassare uomini e armi al confine con l’Ucraina. Movimenti simili e senza conseguenze si erano verificati lo scorso aprile. Certo è che dopo il 2014 e l’invasione della Crimea a Kiev non dormono sonni tranquilli. Stati Uniti, Europa e Gran Bretagna stanno lavorando a un pacchetto di nuove eventuali sanzioni.
La partita tra Mosca, i vicini europei e gli Stati Uniti attorno a Ucraina e Bielorussia riguarda molte cose diverse. C’è il timore della Russia per la volontà della Nato (e di Kiev) di aumentare la propria presenza in Ucraina fino a invitarla a far parte dell’Alleanza atlantica – cosa che, come notava sabato Marco Dell’Aguzzo su eastwest, non sarebbe tollerabile per Mosca che vede il Paese come un’area cuscinetto tra sé e il blocco già nemico.
Naturalmente a Washington sanno anche che questo sfoggio muscolare da parte russa non è sempre o necessariamente una vera volontà di guerra. C’è da coltivare con il nazionalismo un’opinione pubblica meno compatta che in passato – che però non vuole la guerra – e c’è da usare la minaccia militare come arma a qualsiasi tavolo. Domani il Presidente degli Stati Uniti e quello russo si parleranno ed entrambi hanno usato toni aspri nel commentare i movimenti di truppe, l’uno, la minaccia di nuove sanzioni, l’altro. Naturalmente la riluttanza europea a credere all’intelligence americana riguarda anche gli interessi: da mesi parliamo del prezzo dell’energia e dell’uso politico del gas fatto da Putin. Nuove sanzioni contro la Russia colpirebbero Putin ma non sarebbero un bene per la bolletta energetica europea.
Per preparare la telefonata tra Presidenti, giovedì scorso si sono incontrati il Ministro degli Esteri russo Lavrov e il segretario di Stato Blinken. La conferenza stampa finale non è stata amichevole, ma anche questo sembra far parte dello schema dei rapporti tra i due Paesi. Blinken ha parlato di “serie conseguenze” in caso di conflitti mentre Lavrov ha spiegato che non c’è nessuna volontà di intraprendere azioni militari da parte di Mosca ma che la Russia non vuole la presenza della Nato lungo i propri confini.
Ma non è solo la Nato il problema. Come racconta in una lunga analisi il capo dell’ufficio di corrispondenza di Mosca del New York Times, Anton Troianovski, c’è un problema simbolico e culturale enorme. “La convinzione di Putin che i russi e gli ucraini sono ingiustamente e artificialmente divisi è ampiamente condivisa nel suo Paese, anche dagli avversari… I russi spesso considerano Kiev, un tempo il centro della medievale Rus’ di Kiev, come il luogo di nascita della loro nazione. Famosi scrittori di lingua russa, come Nikolai Gogol e Mikhail Bulgakov, venivano dall’Ucraina, così come Leon Trotsky e il leader sovietico Leonid Brezhnev”. Simboli, interessi e preoccupazioni geopolitiche, insomma, si sommano in un cocktail non rassicurante – e certe forme di nazionalismo estremo ucraino alimentano queste tensioni.
Gli Stati Uniti sembrano aver convinto l’Europa sul pericolo che la Russia invada nuovamente l’Ucraina come nel 2014: le informazioni riguardano il dispiegamento di armi e uomini e armi al confine
Gli Stati Uniti sembrano essere riusciti a convincere l’Europa sul pericolo che la Russia invada nuovamente l’Ucraina come nel 2014. Per settimane funzionari americani hanno fatto la spola tra le capitali europee e Bruxelles per presentare le prove raccolte e insistere sul fatto che il pericolo sia reale.