Le armi che l’Occidente ha fornito all’Ucraina si sono finora rivelate fondamentali per la resistenza all’invasione russa. Ma perché Mosca non è riuscita a contrastare questi voluminosi trasferimenti dai Paesi confinanti, ad esempio dalla Polonia?
Le armi che l’Occidente ha fornito all’Ucraina – missili spalleggiabili, principalmente, come i Javelin – si sono finora rivelate fondamentali per la resistenza all’invasione russa. Potrebbero perdere la loro incisività, però, ora che la guerra sembra muovere verso una fase nuova e diversa: dopo le difficoltà incontrate nei pressi della capitale Kiev, la Russia sta riposizionando le proprie truppe per concentrarsi sulla conquista della regione del Donbass, nell’Ucraina orientale.
Le richieste di armi pesanti
Imparando dagli errori commessi (la linea di comando è stata rivista, per esempio) e trovandosi su un terreno forse più favorevole (sia per conformazione che per la presenza di postazioni filorusse: le autoproclamate repubbliche di Doneck e Luhansk), Mosca potrebbe combattere nel modo che preferisce, schierando carrarmati e artiglieria in campo aperto. In queste condizioni, la guerriglia ucraina potrebbe non essere efficace e lo squilibrio di forze con l’esercito russo finirebbe col farsi sentire.
Ecco perché il Presidente Volodymyr Zelensky ha intensificato le richieste di armi pesanti ai Governi stranieri. Gli Stati Uniti, come annunciato giovedì dal Presidente Joe Biden, si sono resi disponibili a inviarle, con un pacchetto di aiuti aggiuntivo da 800 milioni di dollari che comprende elicotteri Mi-17, obici, mezzi corazzati, radar, sistemi d’artiglieria, droni Switchblade. Per alcuni di questi equipaggiamenti sarà necessario provvedere all’addestramento delle forze ucraine, che non li conoscono e non sono in grado di usarli.
Perché la Russia non blocca i trasferimenti di armi all’Ucraina?
Ad oggi l’armata russa, tra perdite copiose di soldati e generali e disorganizzazione logistica, non ha dimostrato di essere la possente macchina di guerra che si credeva fosse. L’affondamento dell’incrociatore Moskva, nave ammiraglia della flotta del mar Nero, per cause ancora da accertare è l’ultimo danno sia concreto che d’immagine.
Un altro aspetto saltato all’occhio riguarda proprio i voluminosi trasferimenti di armi all’Ucraina dai Paesi confinanti, come la Polonia, che Mosca non è riuscita a contrastare granché. Il motivo – come spiega Associated Press – potrebbe risiedere nel fatto che l’esercito russo, non avendo ottenuto il pieno controllo dello spazio aereo ucraino, non può effettuare tutti i bombardamenti che vorrebbe.
Secondo Robert Bell, ex ufficiale della Nato e oggi professore alla Sam Nunn School of International Affairs, questi trasferimenti vengono nascosti o camuffati in modo tale da essere difficilmente identificabili. E la Russia – che ha problemi di raccolta e comunicazione delle informazioni – non riesce a individuare e tracciare i movimenti dei convogli.
Stephen Biddle, docente alla Columbia University, fa notare che “fermare questo flusso di aiuti non è facile come potrebbe sembrare” perché le munizioni e i missili da spalla vengono trasportati dentro dei camion “che sembrano proprio come qualsiasi altro camion commerciale”, e non sono peraltro gli unici veicoli ad attraversare la frontiera e a muoversi sul vastissimo territorio ucraino. “I russi”, spiega Biddle, “devono trovare l’ago in questo enorme pagliaio per distruggere le armi e le munizioni che stanno cercando, e non sprecare le scarse munizioni su camion pieni di carta per stampanti o pannolini per bambini”.
John Kirby, il portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha dichiarato che a volte l’equipaggiamento straniero raggiunge le truppe ucraine entro un periodo di quarantott’ore dall’ingresso nel Paese.
Imparando dagli errori commessi (la linea di comando è stata rivista, per esempio) e trovandosi su un terreno forse più favorevole (sia per conformazione che per la presenza di postazioni filorusse: le autoproclamate repubbliche di Doneck e Luhansk), Mosca potrebbe combattere nel modo che preferisce, schierando carrarmati e artiglieria in campo aperto. In queste condizioni, la guerriglia ucraina potrebbe non essere efficace e lo squilibrio di forze con l’esercito russo finirebbe col farsi sentire.