La Vice Presidente degli Stati Uniti Kamala Harris è a Varsavia per scongiurare un intervento diretto che coinvolgerebbe la Nato nella guerra con la Russia
Un’incomprensione eclatante – quella tra Polonia e Stati Uniti – che rischia di avvicinare la Nato direttamente alla guerra con la Russia. Non è di poco conto quanto avvenuto nelle scorse ore sulla proposta di Varsavia di inviare mezzi aerei militari nella base Usa e Nato di Ramstein, in Germania, con destinazione finale l’Ucraina, Paese impegnato nel disperato tentativo di far fronte all’avanzata dell’esercito moscovita.
Secondo Volodymyr Zelensky, gli Alleati del Patto atlantico non si sono mossi adeguatamente rispetto al rischio capitolazione di Kiev, motivo che ha spinto la Polonia alla proposta di invio di Mig-29, velivoli di concezione sovietica, ancora in uso da nazioni membri Nato già appartenenti al blocco. La Polonia ha elaborato un piano secondo il quale avrebbe spostato 28 jet nella base di Ramstein, senza però consultare preventivamente Washington.
“Per quanto ne so, non siamo stati informati di questa idea”, ha affermato la Vice Segretaria di Stato Victoria Nuland, ascoltata nei giorni corsi nel corso di un’udienza al Senato. Neanche Antony Blinken, recentemente in Polonia, avrebbe discusso della questione con la sua controparte nel Paese.
Ancor più curiosa la tempistica dell’annuncio del Governo polacco, a poche ore dalla visita della Vice Presidente Kamala Harris, che si sarebbe dovuta recare a Varsavia per congratularsi con le autorità per gli sforzi nel processo di accoglienza dei cittadini ucraini sfollati dalla nazione occupata dalla Russia. A questo punto, il viaggio di Harris diventa ancor più significativo, dovendo sostanzialmente mettere una pezza alla grave incomprensione o, peggio ancora, all’iniziativa di Varsavia che non può, evidentemente, decidere autonomamente uno spostamento di velivoli miliari verso una base di un Paese alleato.
Ancor più netto l’intervento del Pentagono. In una nota scritta direttamente da John Kirby, Press Secretary del Dipartimento alla Difesa, si legge: “La prospettiva di fighter jet a disposizione del Governo degli Stati Uniti d’America in partenza da una base Usa/Nato in Germania per volare nello spazio aereo conteso con la Russia sull’Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera Alleanza atlantica. Semplicemente non ci è chiara la motivazione razionale per un simile intervento”.
In poche parole: un coinvolgimento del genere rischierebbe di trascinare la Nato in guerra con Mosca. Un’idea del tutto inaccettabile per gli Stati Uniti e l’Alleanza atlantica ma che, probabilmente — vista la proposta, per quanto velleitaria — viene presa in considerazione da altri membri, come la Polonia. Per questo motivo, spiega la nota del Pentagono, “continueremo a consultarci con Varsavia e gli altri nostri alleati su questo problema e sulle difficili sfide logistiche che presenta, ma non crediamo che la proposta della Polonia sia sostenibile”.
Un’esclusione a tutto campo dell’idea di no fly zone era già stata confermata da Blinken che, nel corso di un’intervista, riprendendo le parole di Joe Biden, ha dichiarato: “Il Presidente è stato molto chiaro a riguardo, non entreremo direttamente in guerra con la Russia e non ci saranno velivoli statunitensi contro aerei militari russi, né soldati in Ucraina. Il Presidente — ha aggiunto il segretario di Stato — ha anche la responsabilità di non far espandere la guerra oltre l’Ucraina, verso l’Europa, tra l’altro contro una potenza nucleare. Non è evidentemente nel nostro interesse. Stiamo cercando di terminare questa guerra, non di iniziarne una più grande”.
La Vice Presidente degli Stati Uniti Kamala Harris è a Varsavia per scongiurare un intervento diretto che coinvolgerebbe la Nato nella guerra con la Russia