Il Primo Ministro del Portogallo António Costa traccia la via: Europa attore globale, Africa e India in agenda, dialogo con Usa e Regno Unito
Dal primo gennaio 2021 è iniziato il Consiglio di presidenza dell’Ue a guida portoghese, con il Primo Ministro António Costa ricco di ambizioni e visione geopolitica precisa per il blocco dei 27. Dal rapporto con i partner transatlantici al recente accordo commerciale con la Cina, Costa dovrà mediare tra le varie anime dell’Unione, specie in merito alla gestione dello stato di diritto che tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi sull’atteggiamento di Polonia e Ungheria.
Il lascito della presidenza tedesca
Il Portogallo assume la presidenza del Consiglio dell’Ue al termine del semestre della Germania. I contenuti e i risultati si sono visti: Angela Merkel è stata fondamentale nell’aiuto alla Commissione europea per giungere al compromesso sulla Brexit senza troppe concessioni a Londra, così come alla fine dei negoziati politici per l’accordo con la Cina.
La nuova relazione Bruxelles-Pechino è strategica e di lungo periodo, ma non tutte le capitali del Vecchio Continente hanno apprezzato quello che da molti è considerato un patto affrettato, all’indomani del caos generatosi con la diffusione del coronavirus. L’implementazione del Comprehensive Agreement on Investment avverrà nei prossimi mesi, con la sottoscrizione dei vari dettagli che non avverrà prima del 2022, sotto la presidenza francese.
Tra Cina e rapporti transatlantici
È proprio nei semestri che seguono quello terminato al 31 dicembre che verrà studiata l’elaborazione del framework dei regolamenti che gestirà il rapporto, che prevede maggiori investimenti per le aziende Ue nella Repubblica Popolare. Per Costa “se l’Europa vuol essere un attore globale, la sua autonomia strategica dipende da quanto è capace nel parlare con gli altri attori globali”. Il riferimento è alle incomprensioni con la nuova amministrazione statunitense di Joe Biden, che proponeva un dialogo unitario con Pechino. “Ma sarebbe un segnale terribile se bloccassimo le negoziazioni sulla base del volere di altri”, ha dichiarato il Primo Ministro portoghese.
Ciò non toglie che il rapporto transatlantico rimane valido e prioritario per l’Ue, sia verso gli Usa che verso il Regno Unito. È ormai un dato di fatto che parlare con Washington in un nuovo contesto politico diventa più semplice rispetto ai toni imposti dall’amministrazione di Donald Trump, che ha incrinato la fiducia tra le sponde dell’oceano. Con il Portogallo Paese che geograficamente guarda proprio all’America. “Le difficoltà però non sono sparite per sempre. Dal punto di vista commerciale, ci saranno certamente difficoltà, così come per la condivisione della spesa sulla difesa”.
Africa e India al top dell’agenda
Ma l’Europa non può esimersi dall’avere un ruolo prioritario rispetto all’Africa, continente dalle risorse sociali infinite e dalle potenzialità reali. Si guarda alla primavera per l’organizzazione del summit Ue-Unione Africana, che nel 2020 è saltato a causa delle restrizioni da Covid-19. “Abbiamo già comunicato al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel che abbiamo volontà e interesse nell’organizzare l’incontro nel corso della nostra presidenza, a Bruxelles se la pandemia lo permetterà”, ha specificato António Costa. Così come si volge uno sguardo interessato ai rapporti con Nuova Delhi: un meeting con il Paese governato dal nazionalista Narendra Modi è urgente e potrebbe aprire nuovi scenari commerciali e diplomatici per benefici a livello globale.
Il Primo Ministro del Portogallo António Costa traccia la via: Europa attore globale, Africa e India in agenda, dialogo con Usa e Regno Unito
Dal primo gennaio 2021 è iniziato il Consiglio di presidenza dell’Ue a guida portoghese, con il Primo Ministro António Costa ricco di ambizioni e visione geopolitica precisa per il blocco dei 27. Dal rapporto con i partner transatlantici al recente accordo commerciale con la Cina, Costa dovrà mediare tra le varie anime dell’Unione, specie in merito alla gestione dello stato di diritto che tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi sull’atteggiamento di Polonia e Ungheria.
Il lascito della presidenza tedesca
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