Alta tensione tra Maduro e Guaidó. Confusione alla Casa Bianca: Pompeo pronto all’azione militare, il Pentagono smentisce
Non c’è pace per il popolo venezuelano, che paga le conseguenze della crisi istituzionale tra Nicolás Maduro e Juan Guaidó. I due mandano avanti una sfida che difficilmente verrà risolta nel breve periodo: da una parte, Maduro non ha intenzione di lasciare il potere e, dall’altra, Guaidó si appella costantemente ai militari, vero ago della bilancia che può spostare le sorti della crisi.
Nella giornata di martedì sembrava che Guaidó, Presidente ad interim riconosciuto dal Gruppo di Lima (Brasile, Argentina, Colombia, Perù, Paraguay), Canada, Unione Europea e fin da subito dagli Stati Uniti avesse creato una breccia nell’esercito, con un gruppo di militari che avrebbe tentato un golpe. Guaidó ha affermato di avere dalla sua parte una folta schiera di membri delle Forze Armate. Ma Maduro, in diretta tv insieme a militari e politici, ha dichiarato di avere dalla sua parte l’esercito e che il Paese non si arrenderà mai alle “forze imperialiste”.
Bagno di folla per Nicolás Maduro in occasione della festa dei lavoratori. Prima della manifestazione, il Presidente ha scritto in un tweet che “la grande marcia dirà no ai colpi di Stato e no all’interferenza degli Yankee”. Grande partecipazione anche a Cuba, dove i manifestanti hanno portato in piazza le bandiere venezuelane per celebrare il fallito golpe.
Sul piano internazionale, tesissimi i rapporti tra Washington e Mosca. Sergei Lavrov, Ministro degli Esteri russo, ha parlato telefonicamente con Mike Pompeo, Segretario di Stato Usa. Lavrov ha sottolineato che le interferenze di Washington negli affari interni di uno Stato sovrano e le minacce verso la leadership venezuelana sono “una flagrante violazione del diritto internazionale”. La portavoce del Ministro degli Esteri, Maria Zakharova, ha negato che la Russia stia cercando di bloccare una partenza di Maduro dal Venezuela, bollandola come fake news.
Nella giornata di ieri Mike Pompeo ha dichiarato a Fox Business che “un’azione militare è possibile. Se questo è ciò che serve, questo è ciò che gli Stati Uniti faranno”. Ma dal Pentagono fanno sapere che non è stata ordinata la mobilitazione per un’eventuale guerra in Venezuela.
@melonimatteo
Alta tensione tra Maduro e Guaidó. Confusione alla Casa Bianca: Pompeo pronto all’azione militare, il Pentagono smentisce
Non c’è pace per il popolo venezuelano, che paga le conseguenze della crisi istituzionale tra Nicolás Maduro e Juan Guaidó. I due mandano avanti una sfida che difficilmente verrà risolta nel breve periodo: da una parte, Maduro non ha intenzione di lasciare il potere e, dall’altra, Guaidó si appella costantemente ai militari, vero ago della bilancia che può spostare le sorti della crisi.
Nella giornata di martedì sembrava che Guaidó, Presidente ad interim riconosciuto dal Gruppo di Lima (Brasile, Argentina, Colombia, Perù, Paraguay), Canada, Unione Europea e fin da subito dagli Stati Uniti avesse creato una breccia nell’esercito, con un gruppo di militari che avrebbe tentato un golpe. Guaidó ha affermato di avere dalla sua parte una folta schiera di membri delle Forze Armate. Ma Maduro, in diretta tv insieme a militari e politici, ha dichiarato di avere dalla sua parte l’esercito e che il Paese non si arrenderà mai alle “forze imperialiste”.
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