Dopo l’inarrivabile energia di Renato Ruggiero (mai più eguagliata), sarà forse una donna a restituire ruolo e forza politica all’Organizzazione mondiale del commercio
Dopo l’inarrivabile energia di Renato Ruggiero (mai più eguagliata), sarà forse una donna a restituire ruolo e forza politica all’Organizzazione mondiale del commercio
Perché è importante occuparsi di Wto? Perché solo recuperando la nostra capacità di mettere attorno a un tavolo più Paesi e unirli in accordi che ci liberino da dazi e tariffe ci garantiremmo un futuro con più crescita e quindi più benessere; oltre che porre un argine preventivo anche allo scoppio di conflitti e guerre.
Il prossimo Direttore Generale del World Trade Organization sarà per la prima volta, nei suoi 25 anni di storia, una donna. È arrivato l’annuncio dai vertici del Wto che le papabili per l’incarico di Direttore Generale, ruolo che dovrà essere assegnato entro novembre, sono due: la sudcoreana Yoo Myung-heee e la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala.
Okonjo-Iweala è un’economista ed ex Ministro delle finanze della Nigeria. Ha trascorso 25 anni presso la Banca Mondiale, è nel Cda di Twitter ed è stata inviata speciale dell’Oms per la lotta al Covid. Se dovesse vincere, sarebbe la prima africana alla guida del Wto.
Yoo Myung-hee è l’attuale Ministro del Commercio della Corea del Sud. Durante la sua carriera nel Governo, ha contribuito a espandere la rete commerciale del suo Paese attraverso accordi bilaterali con Cina, Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti.
Entrambe le candidate hanno il sostegno degli Stati membri dell’Ue, che terranno ora consultazioni interne per determinare la loro preferenza finale.
Il brasiliano Roberto Azevedo, precedente Direttore Generale, ha lasciato l’incarico alla fine di agosto, un anno prima della scadenza del suo mandato. Azevedo era stato eletto una prima volta nel 2013 e riconfermato all’unanimità a febbraio 2017.
Durante il suo secondo mandato, il Wto ha dovuto affrontare gli incessanti attacchi dell’amministrazione americana. Trump ha accusato più volte l’ente di danneggiare gli Stati Uniti e di propendere per gli altri Paesi nelle dispute tra i suoi 164 membri.
In realtà, contrariamente a quanto sostenuto dall’amministrazione Usa, gli Stati Uniti hanno vinto la maggior parte delle dispute internazionali presentate dal 1995 e hanno perso la maggior parte di quelle che gli erano state presentate contro, esattamente come accade per gli altri Stati membri.
Dal 2019 il tribunale dell’Organizzazione mondiale per il commercio ha smesso di funzionare, paralizzato dal boicottaggio Usa: gli Stati Uniti si sono opposti al rinnovo dei giudici in scadenza, bloccando la nomina degli arbitri che dovrebbero sostituire quelli in uscita.
La verità è che, dopo Renato Ruggiero (1995-99), unico italiano a ricoprire l’incarico, nessun altro Direttore Generale ha avuto la stessa energia e coraggio, indispensabili per convogliare gli interessi di Stati membri pigri e reticenti a rilasciare quote di sovranità – pur nel loro evidente interesse – verso grandi accordi multilaterali di libero scambio.
La crisi del Wto corrisponde alla crisi del multilateralismo, i cui effetti negativi stiamo drammaticamente sperimentando attraverso l’inadeguatezza dell’Oms a prevenire e gestire la terribile pandemia da Covid-19.
L’auspicio è che la prima volta di una donna al vertice non resti il solo dato storico di questa nomina, ma sia anche il segnale di una ritrovata forza politica che riporti i principali attori ai tavoli dei negoziati, inclusa l’America di un Presidente auspicabilmente più intelligente dell’attuale.
Perché è importante occuparsi di Wto? Perché solo recuperando la nostra capacità di mettere attorno a un tavolo più Paesi e unirli in accordi che ci liberino da dazi e tariffe ci garantiremmo un futuro con più crescita e quindi più benessere; oltre che porre un argine preventivo anche allo scoppio di conflitti e guerre.
Il prossimo Direttore Generale del World Trade Organization sarà per la prima volta, nei suoi 25 anni di storia, una donna. È arrivato l’annuncio dai vertici del Wto che le papabili per l’incarico di Direttore Generale, ruolo che dovrà essere assegnato entro novembre, sono due: la sudcoreana Yoo Myung-heee e la nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala.
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