L’Onu non riesce a tenere a bada una ingovernabile leadership saudita, che non arresta le operazioni militari nemmeno in presenza dell’emergenza globale da coronavirus
L’Onu non riesce a tenere a bada una ingovernabile leadership saudita, che non arresta le operazioni militari nemmeno in presenza dell’emergenza globale da coronavirus
Una nuova ondata di violenze minaccia gli sforzi di pace tra il movimentoHouthi e il Governo yemenita, sostenuto della coalizione internazionale a guida saudita.
Sabato l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha chiesto la fine immediata dell’azione militare da parte delle contendenti per non portare al collasso un Paese già afflitto da una pesante carestia e travolto da una catastrofe umanitaria epocale, dopo una guerra lunga 5 anni. Da quando la coalizione a guida saudita è intervenuta nel conflitto nel 2015, decine di migliaia di persone, per lo più civili, sono state uccise e milioni sono gli sfollati, in quella che l’Onu ha definito la peggiore crisi umanitaria del mondo.
“Lo Yemen è in un momento critico: o faremo tacere le armi e riprenderemo il processo politico o si ricadrà di nuovo in un conflitto su vasta scala”, ha detto Martin Griffiths durante una visita nella provincia di Marib.
Dopo pesanti combattimenti con le truppe governative, i ribelli Houthi hanno occupato la scorsa settimana la città di Al-Hazm nella provincia di Al-Jawf, mentre la coalizione guidata dai sauditi ha ripreso gli attacchi aerei contro le città e i villaggi della regione, dopo che per 3 mesi li aveva ridotti significativamente, dando speranza ai colloqui di pace.
La perdita della strategica città di Al-Hazm significa che i ribelli ora minacciano Marib, l’unica provincia rimasta in mano ai lealisti sostenuti dall’Arabia Saudita nel nord-ovest. Sono attualmente sotto controllo degli Houthi tutte le arterie di rifornimento delle forze di terra fedeli al Presidente Abd Rabbuh Mansur Hadi, dopo che l’Arabia Saudita non è stata in grado di tradurre la propria superiorità aerea in un vero successo sul campo. Marib, che ospita moltissimi sfollati, ha rappresentato un rifugio per centinaia di migliaia di persone provenienti dalle province limitrofe: l’Onu teme che un’escalationdi violenza in quest’area possa avere conseguenze devastanti.
Mentre il mondo è alle prese con il coronavirus, in Yemen riprende vigore un conflitto drammatico, che non si placa nemmeno al cospetto della più grave epidemia pandemica del secolo. Europa dove sei? Noi di eastwest pretendiamo dalle istituzioni europee un ruolo da protagonista sia nella lotta al virus sia nello scacchiere del Golfo, dove non possiamo lasciare la leadership all’Arabia Saudita.
Una nuova ondata di violenze minaccia gli sforzi di pace tra il movimentoHouthi e il Governo yemenita, sostenuto della coalizione internazionale a guida saudita.
Sabato l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha chiesto la fine immediata dell’azione militare da parte delle contendenti per non portare al collasso un Paese già afflitto da una pesante carestia e travolto da una catastrofe umanitaria epocale, dopo una guerra lunga 5 anni. Da quando la coalizione a guida saudita è intervenuta nel conflitto nel 2015, decine di migliaia di persone, per lo più civili, sono state uccise e milioni sono gli sfollati, in quella che l’Onu ha definito la peggiore crisi umanitaria del mondo.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica