Serbia e Kosovo hanno raggiunto un accordo per normalizzare i rapporti e apriranno l’ambasciata a Gerusalemme. Per Trump è intesa storica
Serbia e Kosovo hanno raggiunto venerdì un accordo per normalizzare i loro rapporti economici e promuovere gli investimenti e l’occupazione. Si tratta di un passo in avanti significativo, ma che non risolve i contrasti tra i due Paesi. Belgrado infatti non riconosce Pristina, proclamatasi indipendente nel 2008: a tal proposito, il Presidente serbo Aleksandar Vucic ha voluto precisare che l’accordo economico con il Kosovo – di cui pure si è detto soddisfatto – non prevede il “riconoscimento reciproco”.
Una vittoria diplomatica per Trump
I colloqui tra Vucic e il Primo Ministro kosovaro Avdullah Hoti, sfociati poi nell’accordo, sono stati promossi dagli Stati Uniti. Il Presidente americano Donald Trump – che ha parlato di intesa “storica” – ha potuto così esibire una nuova vittoria diplomatica in vista delle elezioni di novembre, dopo l’accordo tra Emirati Arabi Uniti e Israele (presentato come una svolta, sebbene non lo fosse).
Il ruolo di Israele tra Serbia e Kosovo
Anche stavolta, Israele ricopre un ruolo centrale. Oltre alla normalizzazione economica reciproca, infatti, Serbia e Kosovo hanno anche accettato di aprire delle ambasciate a Gerusalemme, come già avevano fatto gli Stati Uniti nel 2018.
La Serbia la sposterà lì il prossimo luglio (al momento si trova a Tel Aviv), mentre tra Kosovo e Israele non c’era ancora un riconoscimento diplomatico.
Dopo l’accordo con gli Emirati, Netanyahu ottiene un’altra vittoria politica con la Serbia e il Kosovo. Quest’ultimo sarà peraltro “il primo Paese a maggioranza musulmana ad aprire un’ambasciata a Gerusalemme”, come dichiarato dallo stesso Netanyahu.
La Serbia tra Stati Uniti, Cina ed Europa
Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che la normalizzazione dei rapporti economici tra Serbia e Kosovo sarà positiva per le aziende americane. La mediazione statunitense viene vista con un certo fastidio dall’Unione europea, che pure sta promuovendo il dialogo tra Belgrado e Pristina. Lunedì Vucic e Hoti sono infatti attesi a Bruxelles.
Secondo Vucic, l’accordo con il Kosovo avvicina la Serbia – che vorrebbe entrare a far parte dell’Unione europea – agli Stati Uniti. Ma Belgrado ha compiuto diversi passi anche in direzione della Cina, ritenuta un avversario strategico sia da Washington che da Bruxelles.
Pechino ha concesso prestiti da miliardi di dollari a Belgrado per lo sviluppo infrastrutturale e vorrebbe investire in progetti sulle telecomunicazioni nel Paese. Negli anni scorsi la Serbia ha firmato degli accordi con la compagnia cinese Huawei – la stessa che l’America cerca di contrastare il più possibile – per lo sviluppo della banda larga e di smart city.
Serbia e Kosovo hanno raggiunto un accordo per normalizzare i rapporti e apriranno l’ambasciata a Gerusalemme. Per Trump è intesa storica
Serbia e Kosovo hanno raggiunto venerdì un accordo per normalizzare i loro rapporti economici e promuovere gli investimenti e l’occupazione. Si tratta di un passo in avanti significativo, ma che non risolve i contrasti tra i due Paesi. Belgrado infatti non riconosce Pristina, proclamatasi indipendente nel 2008: a tal proposito, il Presidente serbo Aleksandar Vucic ha voluto precisare che l’accordo economico con il Kosovo – di cui pure si è detto soddisfatto – non prevede il “riconoscimento reciproco”.
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