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Corea del Sud: Seul punta a nord


Corea del Sud: Moon Jae-in è determinato a cooperare con il nord di Kim Jong-un, posizione molto criticata dalla destra religiosa e settaria, che rischia di fermare la famosa "Onda coreana"

Hallyu, l’Onda coreana, che da più di vent’anni ha portato la cultura coreana in tutto il mondo, nasce e si nutre, prima di tutto, da quello che viene chiamato K-pop, ovvero, dalla musica pop del Paese. Per lo più rappresentata da gruppi di ballerini e cantanti divisi in boy bandsgirl bands che si esibiscono in numeri molto coreografati, questi hanno anche introdotto le routine di ballo coreane nelle palestre del pianeta, e portato innumerevoli ragazzini intorno al globo a canticchiare parole in una lingua che proprio internazionale non è. Poi, sono venuti i film, premiati sia dal pubblico che dai festival cinematografici internazionali, le serie televisive, e perfino le abitudini cosmetiche – che prevedono in particolare molte, molte maschere per il viso, sia per uomini che per donne. Un fenomeno culturale che sembra lasciare sorpresa, per prima, la Corea stessa, che, come è naturale, è fiera di quest’ammirazione globalizzata e di un’inaspettata capacità di fare tendenza.

La crisi da Covid-19

Anche rispetto alla crisi sanitaria che ha caratterizzato questo 2020, la Corea ha dato risposte di grande efficacia e che hanno attirato l’attenzione mondiale: sulle prime, si temeva che la prossimità con la Cina e lo scoppio di alcuni focolai altamente virulenti all’interno di alcune chiese appartenenti a una setta cristiana potessero vedere il Paese bloccato da severi lockdown e un’epidemia fuori controllo. Invece, tramite un’attenzione particolare e rigorosa a tre passaggi imprescindibili, la Corea è riuscita a contenere le infezioni. Questi passaggi sono stati il testare il più a tappeto possibile, tracciare e isolare tutti i contatti degli infettati e curare i malati. Ciò ha garantito un risultato di gran lunga migliore di quello che si è visto in molti altri Paesi, e che ha evitato alla Corea le ripercussioni disastrose sull’economia della pandemia. Già a febbraio, la Corea sorprendeva per i centri drive-in nei quali era possibile fare il tampone, e nella mobilitazione di massa del personale sanitario e della popolazione, che ha seguito con disciplina le regole di igiene personale, e ha dunque potuto evitare l’immobilizzazione del Paese.

La prima ondata

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