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Gas naturale: Ue verso la transizione energetica


Dal Nord Stream 2 al Tap, passando per l'EastMed: in Europa si continua a parlare di infrastrutture per il gas naturale. Ma i finanziamenti sono pochi

Il 2020 è stato un anno molto particolare per la transizione energetica. Nei primi mesi dell’anno si diceva ad esempio che la crisi del coronavirus e il crollo dei prezzi del petrolio avrebbero disincentivato il passaggio alle fonti rinnovabili. E invece abbiamo assistito all’esatto contrario: la pandemia e i piani di rilancio economico hanno impresso un’accelerazione alle politiche ambientali e agli investimenti nella decarbonizzazione.

Si è passati poi a indicare il gas naturale come la fonte-rifugio per eccellenza, che avrebbe senz’altro accompagnato le rinnovabili nel breve-medio termine. Adesso invece la necessità di una fonte fossile che faccia da “ponte” è diminuita sia per una ragione di costi (il fotovoltaico, in particolare, è diventato molto più conveniente), sia per l’emersione di rivali più sostenibili (l’idrogeno), sia perché parecchi Governi hanno alzato le quote per il taglio delle emissioni entro il 2030.

Il Tap e l’Italia

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