Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari prevede il divieto di sviluppare, possedere e usare armi nucleari. Ma Usa, Russia e Nato non vi hanno aderito
Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari prevede il divieto di sviluppare, possedere e usare armi nucleari. Ma Usa, Russia e Nato non vi hanno aderito
Il 22 gennaio è entrato in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw). L’accordo è stato adottato nel luglio del 2017, durante una conferenza delle Nazioni Unite, e firmato da 86 Paesi. Prevede il divieto di sviluppare, testare, possedere e utilizzare (o minacciare di farlo) armi nucleari, con l’obiettivo ultimo di giungere alla loro completa eliminazione.
Benché sia stato descritto come il primo trattato che rende illegali le armi nucleari – come le bombe atomiche o all’idrogeno – nel diritto internazionale, il patto ha un valore principalmente morale e simbolico: delegittima cioè questo tipo di ordigni, punta a sfavorirne la proliferazione e a incentivare il disarmo, ma potrebbe non ottenere grandi risultati concreti. O almeno non nel breve periodo.
Le potenze nucleari e la Nato fuori dall’accordo
Le cosiddette “potenze nucleari” – le nazioni cioè che possiedono armi nucleari –, infatti, non vi hanno aderito: né gli Stati Uniti, né la Cina e nemmeno la Francia, il Regno Unito, la Corea del Nord e la Russia, ad esempio. Anche i Paesi membri dell’alleanza Nato – compresa l’Italia, ovviamente – non ne fanno parte.
Lo scorso novembre il Segretario generale dell’organizzazione, Jens Stoltenberg, disse che la Nato vuole “un mondo libero da armi nucleari”. Precisando però che lo strumento più adatto al perseguimento di questo obiettivo non è il Tpnw, ma il Trattato di non proliferazione nucleare (Npt) del 1970. Addirittura, secondo Stoltenberg, il Tpnw indebolisce l’Npt e non tiene conto del reale contesto di sicurezza.
“Rinunciare al nostro deterrente senza alcuna garanzia che gli altri facciano lo stesso è un’opzione pericolosa. Un mondo in cui la Russia, la Cina, la Corea del nord e altri ancora possiedono armi nucleari, ma la Nato no, non è un mondo sicuro”, disse.
Nel 2017 l’allora ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikki Haley, per giustificare l’opposizione di Washington, Londra e Parigi ai negoziati per la messa al bando degli ordigni nucleari, menzionò proprio la necessità di essere “realisti”: “C’è qualcuno che crede che la Corea del Nord accetterebbe la proibizione delle armi nucleari?”. Haley ribadì piuttosto l’impegno dell’America all’Npt.
A novembre, durante il suo intervento alla conferenza della Nato sulle armi di distruzione di massa, Stoltenberg invitò Stati Uniti e Russia a rimanere alla guida del sistema di controllo delle armi nucleari. Aggiungendo che anche la Cina, in qualità di potenza globale, deve assumersi le sue responsabilità e partecipare al dialogo.
Il sistema di controllo delle armi nucleari
Negli ultimi anni è parso tuttavia che quel grande meccanismo di controllo – fatto principalmente di accordi tra Washington e Mosca – si stesse sgretolando e che un’epoca stesse giungendo alla fine, complice l’emersione di un nuovo, grande rivale dell’America: la Cina, appunto.
Nel 2018 gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo con l’Iran e un anno dopo dal trattato INF con la Russia sul possesso di missili nucleari a gittata media, firmato nel 1987. Ed è considerato a rischio anche il trattato New Start tra i due Paesi sulla riduzione delle armi strategiche (le testate nucleari), che scadrà il prossimo 5 febbraio.
L’ex Presidente Donald Trump era critico nei confronti del patto – raggiunto dal suo predecessore Barack Obama nel 2010 – e voleva che anche Pechino dovesse sottostarvi. Giovedì la nuova amministrazione di Joe Biden ha proposto alla Russia un’estensione di cinque anni del trattato.
Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari prevede il divieto di sviluppare, possedere e usare armi nucleari. Ma Usa, Russia e Nato non vi hanno aderito
Il 22 gennaio è entrato in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw). L’accordo è stato adottato nel luglio del 2017, durante una conferenza delle Nazioni Unite, e firmato da 86 Paesi. Prevede il divieto di sviluppare, testare, possedere e utilizzare (o minacciare di farlo) armi nucleari, con l’obiettivo ultimo di giungere alla loro completa eliminazione.
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