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Il caso Greensill scuote la finanza globale


Con ogni probabilità non c’è nulla di illegale nelle attività di Cameron o di Greensill, ma emergono chiaramente interessi privati, finanza deregolata e potere del denaro

Con ogni probabilità non c’è nulla di illegale nelle attività di Cameron o di Greensill, ma emergono chiaramente interessi privati, finanza deregolata e potere del denaro

Il caso Greensill è l’ennesimo a scuotere la complessa architettura della finanza globale e dei suoi meccanismi (troppo) complessi. E come accade, una delle ragioni per una gestione spericolata può essere la grande vicinanza che alcune corporation sono in grado di stabilire con la politica, con relazioni quando il politico è in “carriera” che evolvono in transazioni economiche, consulenze, discorsi pagati a peso d’oro, pacchetti di azioni una volta che il politico è uscito di scena – ma mantiene il suo portfolio di relazioni. I casi famosi sono quelli di Schroeder, Blair o l’ex leader liberal-democratico britannico Clegg, che oggi guadagna cifre da capogiro lavorando per Facebook.

La Greensill Bank

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