Scaduto il mandato per Netanyahu, il Presidente Rivlin ha dovuto incaricare il partito di centro Yesh Atid. Ma entro luglio il Parlamento dovrà votare un nuovo capo di Stato...
Scaduto il mandato per Netanyahu, il Presidente Rivlin ha dovuto incaricare il partito di centro Yesh Atid. Ma entro luglio il Parlamento dovrà votare un nuovo capo di Stato…
Benjamin Netanyahu non ce l’ha fatta e dopo 28 giorni ha dovuto rimettere al Presidente Rivlin il mandato di formare un nuovo Governo. Non è riuscito a mettere insieme i 61 parlamentari necessari che gli garantissero una maggioranza alla Knesset. E il Presidente Rivlin dopo consultazioni lampo, ha deciso di concedere lo stesso tempo per un nuovo tentativo a Yair Lapid, l’ex giornalista a capo di Yesh Atid, partito di centro che si era piazzato al secondo posto dietro il Likud di Netanyahu alle scorse elezioni di marzo.
Rivlin aveva tre possibilità: rinnovare per altre due settimane l’incarico a Netanyahu, dare l’incarico a un altro o mandare l’incarico al Parlamento, decisione con la quale l’assemblea avrebbe potuto nominare qualsiasi parlamentare a capo di un Governo anche senza la maggioranza. Scartata la terza ipotesi, da riservarsi come ultimo tentativo, scartata la prima dopo che aveva dimostrato, il Presidente, il suo “mal di pancia” nel dover dare in prima battuta il mandato a un premier incaricato sotto processo, Rivlin ha optato per la seconda e Lapid è risultato il più appoggiato dai partiti.
L’appoggio a Lapid
Diversamente da quanto accaduto un mese fa, questa volta verso Lapid si sono orientati anche i parlamentari di Gideon Sa’ar e del suo New Hope e la maggioranza della Lista Araba Unita, che in prima battuta non lo avevano sostenuto, facendo arrivare i consensi a 56 seggi, comunque sotto la maggioranza di 61. Lapid è al lavoro con Naftali Bennett, il capo del partito di destra Yamina, ex delfino di Netanyahu, per formare un Governo di coalizione che vada dalla sinistra dei Laburisti e di Meretz alla destra di Yamina, New Hope e Israel Beitenu, il partito russofono di Lieberman, passando per gli arabi. Proprio Bennett era stato tentato da Netanyahu di entrare in un suo Governo, magari con premierato a rotazione, ma non ci si è accordati. Stessa offerta da parte di Lapid, con Bennett che dovrebbe servire per primo.
Netanyahu e i suoi già parlano di Governo di centro-sinistra e accusano questi partiti, soprattutto Bennett di tradire le promesse elettorali, oltre a ritenerlo responsabile se si dovesse andare alle nuove elezioni. Dopotutto, un Governo che andasse dal Likud all’estrema destra, passando per Bennett, pareva la scelta più ovvia, ma le frizioni ataviche dei leader di Likud e Yamina non hanno aiutato e, soprattutto, le posizioni degli ortodossi ebrei, in particolare quelle dei kahanisti (movimento omofobo e ultra-ortodosso ebraico), che non considerano Bennett leader affidabile.
Quali prospettive?
Se è possibile che entro il 2 giugno, quando scade il mandato esplorativo, si presentino a Rivlin con un Governo di minoranza (alcuni parlamentari di Yamina già stanno scalpitando per lasciare nel caso di un Governo con le sinistre) o che riescano a guadagnare qualche voto per arrivare ai 61 necessari ad assicurarsi la maggioranza della Knesset, è altrettanto probabile che non riescano nel loro intento. Questo perché anche in una fase di ricostruzione e di necessità di unità nazionale al termine di una pandemia come quella che Israele sta per superare, è altrettanto chiaro che le anime all’interno di questa formazione sono troppo diverse per riuscire a stare insieme senza scossoni. Rivlin lo sa bene e le sta tentando tutte per offrire stabilità al Paese.
Ma il suo mandato scadrà a luglio e l’attuale Knesset dovrà votare il successore. E se questo successore fosse Netanyahu? La cosa potrebbe certamente favorire la nascita di un Governo Lapid-Bennett e della sua durata per più tempo possibile, ma resterebbero tante le differenze. E in questo momento, il Paese ha bisogno solo di stabilità, non di nuove elezioni, che sarebbero le quinte in due anni e mezzo. Arrivati dove siamo, una delle priorità per il nuovo Parlamento sarebbe quella di rivedere la legge elettorale, che possa aumentare il premio di maggioranza e alzare il quorum di accesso, così da garantire migliore stabilità a chi vince le elezioni.
Scaduto il mandato per Netanyahu, il Presidente Rivlin ha dovuto incaricare il partito di centro Yesh Atid. Ma entro luglio il Parlamento dovrà votare un nuovo capo di Stato…
Benjamin Netanyahu non ce l’ha fatta e dopo 28 giorni ha dovuto rimettere al Presidente Rivlin il mandato di formare un nuovo Governo. Non è riuscito a mettere insieme i 61 parlamentari necessari che gli garantissero una maggioranza alla Knesset. E il Presidente Rivlin dopo consultazioni lampo, ha deciso di concedere lo stesso tempo per un nuovo tentativo a Yair Lapid, l’ex giornalista a capo di Yesh Atid, partito di centro che si era piazzato al secondo posto dietro il Likud di Netanyahu alle scorse elezioni di marzo.
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