Il nuovo Governo va dalla sinistra di Labor e Meretz alla destra di Bennet, Sa’ar e Liberman, passando per i centristi e il partito arabo Ra'am. Quali i primi passi?
Il nuovo Governo va dalla sinistra di Labor e Meretz alla destra di Bennet, Sa’ar e Liberman, passando per i centristi e il partito arabo Ra’am. Quali i primi passi?
È entrato in carica il 36mo Governo israeliano, il primo, dopo dodici anni ininterrotti, che non sarà guidato da Benjamin Netanyahu. In una votazione thrilling alla Knesset ieri sera dopo le 20, ha preso le redini del nuovo esecutivo Naftali Bennett, ex delfino dello stesso Netanyahu che, dopo non aver raggiunto un accordo con il premier più longevo di Israele quando Bibi ebbe il primo mandato a seguito delle elezioni di marzo, dopo essersi allontanato e cercato un accordo con il centrista Yair Lapid, sembrava a un certo punto avvicinarsi a Netanyahu durante i recenti scontri con Gaza.
Ma alla fine, l’accordo tra Lapid e Bennett è stato sottoscritto ed è entrato in carica un Governo che va dalla sinistra di Labor e Meretz alla destra appunto di Bennet, Sa’ar (altro ex delfino di Netanyahu, fuoriuscito dal Likud) e di Liberman, passando per i centristi Lapid e Gantz e il partito arabo Ra’am. Lo stesso partito che aveva flirtato con Netanyahu e che questi aveva contribuito a far uscire dall’alleanza dei partiti arabi, piazzatasi terza alle penultime elezioni. Una maggioranza di complicata tenuta, con un Governo di 28 membri alcuni davvero distanti tra loro. Difficoltà di rapporti e di tenuta dimostrata anche dai voti con i quali è stato approvato il Governo, 60 voti contro 59, con un astenuto, proprio nel partito arabo. In verità tre membri della lista unita di tre partiti arabi, dai quali si era staccata Ra’am, si erano piazzati fuori dall’aula per astenersi e abbassare il quorum e hanno votato contro solo quando era chiaro che il loro voto era ininfluente. Ma uno dei sette parlamentari di Yamina, il partito del neo premier, ha votato contro il Governo, rendendo Bennett il premier nella storia di Israele con alle spalle uno dei più piccoli partiti della coalizione.
Netanyahu, dopo che nel suo discorso in Parlamento aveva dichiarato Bennett non adeguato al ruolo, ha stretto la mano al suo successore annunciando una transizione pacifica. Bennett sarà Primo Ministro fino al 27 agosto 2023, poi cederà il premierato a Yair Lapid, che nel frattempo sarà Ministro degli Esteri e premier in alternanza, mentre Bennett dopo sarà Ministro degli Interni. Gantz resta alla difesa, Sa’ar alla giustizia, entrambi anche con il ruolo di vice Primo Ministro, mentre Avigdor Liberman, leader dei russofoni, va alle finanze.
Ai partiti di sinistra trasporti, salute e ambiente, tra gli altri portafogli. Ra’am avrà un sottosegretario alla presidenza del consiglio, diventando così il primo partito della minoranza araba a entrare in un Governo. E sarà anche per la prima volta che a guidare il Paese c’è un religioso, il quale dovrà fare i conti con il suo passato di oppositore alla autodeterminazione palestinese e fautore delle annessioni.
Certo, all’inizio il nuovo Governo, che per numero di partecipanti è il terzo nella storia di Israele, con un record di nove donne all’interno, avrà altre gatte da pelare. Il primo scoglio sarà l’approvazione del budget, che manca da oltre 140 giorni nel quale si dovranno concretizzare le promesse di investimenti fatte soprattutto agli arabi, in particolare nel Neghev e in Galilea, che hanno lasciato non poco amaro in bocca a diversi componenti della maggioranza. La quale, non dimentichiamolo, conta su di un grande appoggio della destra. Non quella ortodossa, però che è rimasta sodale con Netanyahu e non siederà al Governo, cosa che non accadeva da decenni. Il Governo dovrà anche normalizzare i rapporti con l’amministrazione americana, anche se non tutti ne condividono l’apertura verso l’Iran che è argomento sensibile nell’elettorato israeliano. Netanyahu non mollerà certo la presa e tenterà di tirare a sé gli scontenti della destra. La strada per il nuovo Governo, è tutta in salita.
Il nuovo Governo va dalla sinistra di Labor e Meretz alla destra di Bennet, Sa’ar e Liberman, passando per i centristi e il partito arabo Ra’am. Quali i primi passi?
È entrato in carica il 36mo Governo israeliano, il primo, dopo dodici anni ininterrotti, che non sarà guidato da Benjamin Netanyahu. In una votazione thrilling alla Knesset ieri sera dopo le 20, ha preso le redini del nuovo esecutivo Naftali Bennett, ex delfino dello stesso Netanyahu che, dopo non aver raggiunto un accordo con il premier più longevo di Israele quando Bibi ebbe il primo mandato a seguito delle elezioni di marzo, dopo essersi allontanato e cercato un accordo con il centrista Yair Lapid, sembrava a un certo punto avvicinarsi a Netanyahu durante i recenti scontri con Gaza.
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