Il Paese di Erdogan sigla un accordo di cooperazione per la sicurezza col Bangladesh, allargato alla lotta al terrorismo e al traffico di stupefacenti. Si rafforza così il progetto di allargamento delle relazioni tra Ankara e Dhaka
Il Bangladesh è il quarto Paese che acquista maggiormente strumentazione militare dalla Turchia. Il dato è significativo della grande importanza che Dhaka rappresenta per Ankara, che nel primo quadrimestre del 2021 ha esportato armi in Bangladesh per 60 milioni di dollari. Roketsan, defense contractor turco produttore di munizioni, ha inviato lo scorso giugno la prima tranche di missili TRG-300 Kaplan, mentre membri delle forze armate bangladesi si sono esercitati in Turchia per attività di addestramento.
A rafforzare ulteriormente i rapporti tra i due Stati il Memorandum of Understanding firmato l’8 gennaio 2022, un accordo di cooperazione per la sicurezza allargato alla lotta al terrorismo e al traffico di stupefacenti. L’agreement è stato siglato dal Ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu e dal collega del Bangladesh Asaduzzaman Khan Kamal, i quali hanno discusso di condivisione dei dati d’intelligence e di lotta al cybercrime.
La relazione tra Ankara e Dhaka è stata protagonista di una crescita verticale proprio negli ultimi anni, con elementi di natura non solo commerciale ma anche politica che hanno diversificato il campo d’azione tra le due nazioni. Ad esempio, la Turchia nel 2017 è stata la prima realtà ad aver offerto supporto al Bangladesh nella gestione dei flussi migratori dei Rohingya in fuga dal Myanmar. Al contempo, il Primo Ministro Sheikh Hasina fu il primo a offrire solidarietà al Presidente Erdoğan nel 2016, in occasione del fallito golpe.
Il volume d’affari tra le due nazioni ammonta a 1.2 miliardi di dollari, cresciuto dagli 850 milioni del 2019 e che, in prospettiva, si vuol far arrivare a 3 miliardi nel prossimo futuro. Numeri dal grande valore, che raccontano di un crescente interesse commerciale sull’asse Ankara-Dhaka che tocca svariati ambiti: quello militare e quello farmaceutico, quello dell’Information and Communication Technology e dell’agricoltura.
La Turchia prosegue la sua azione di avvicinamento a numerose, diverse realtà globali. Non solo tra i suoi vicini, come avrebbe voluto la politica zero problems with our neighbors — che, purtroppo, tale non si è rivelata —, ma anche verso quadranti geopolitici differenziati, come quello africano e nell’Asia Pacifico. L’Asia Anew Initiative turca viene così rilanciata con un nuovo accordo, che vede il counterterrorism alla base dell’iniziativa tra Ankara e Dhaka. Infatti, i due Stati sono impattati severamente dal terrorismo: secondo il Global Terrorism Index, nel 2020 la Turchia si piazzava al 18° posto, il Bangladesh al 33°. Una preoccupazione comune che coinvolge anche l’ambito del traffico di stupefacenti.
Il Memorandum of Understanding apre a maggiori prospettive commerciali tra i due Paesi, a partire proprio dalla sicurezza. Il Bangladesh ha allocato 4.45 miliardi di dollari in spese militari per il biennio 2021-2022, una cifra importante che vedrà la Turchia nella condizione di poter accedere a tali risorse attraverso la propria industria militare che, come ricordato dall’Ambasciatore turco a Dhaka, Mustafa Osman Turan, può produrre una vasta gamma di strumentazioni.