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Olimpiadi invernali, la Cina si prepara censurando attivisti e accademici


A pochi giorni dalle Olimpiadi invernali in Cina, diversi account social di attivisti per i diritti umani e accademici risultano bloccati. I Giochi di Pechino segnano una nuova stretta sul dissenso all’interno del Paese

La Cina spera di rendere i Giochi della prossima settimana un trionfo del soft power, mentre alcune potenze occidentali promuovono un boicottaggio diplomatico. Centrale nel dibattito è la questione sul rispetto dei diritti umani da parte di Pechino e, anche per questo, il paese non può correre rischi. Per la sempre più esigua comunità di attivisti cinesi, l’imminente arrivo dei migliori atleti del mondo ha innescato un prevedibile giro di vite. Otto persone hanno riferito di limitazioni ai loro account WeChat dall’inizio di dicembre, con alcuni che hanno completamente perso il proprio profilo. Le restrizioni sono arrivate mentre le autorità hanno proceduto all’arresto di due importanti attivisti dei diritti umani, l’avvocato Xie Yang e lo scrittore Yang Maodong. Un terzo avvocato, scomparso dall’inizio di dicembre, è ritenuto dai parenti in detenzione segreta.

“Questa tempesta di chiusura degli account WeChat è troppo forte e senza precedenti”, ha detto il giornalista veterano Gao Yu. Il suo account ha avuto funzioni come la messaggistica di gruppo permanentemente disabilitati per la prima volta il 20 dicembre. Pechino sopprime abitualmente gli account dei social media dei dissidenti durante i periodi politicamente sensibili come per i grandi eventi del Partito comunista cinese. Yaqiu Wang, ricercatore senior in Cina presso Human Rights Watch, ha sottolineato come il Governo di Pechino voglia salvaguardare l’immagine dei giochi.  Wang sostiene che “il Governo ora vuole assicurarsi che la gente non superi il limite sul web per punzecchiare la facciata dei perfetti Giochi Olimpici Invernali”.

La censura su WeChat e gli arresti degli attivisti

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