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La crisi del Mediterraneo arabo


L’instabilità politica e sociale del Nord Africa è una polveriera in attesa solo di un innesco e rappresenta un pericolo ampiamente annunciato del quale l’Europa non si sta occupando

In piedi i dannati della terra – in piedi i forzati della fame… Sono i versi iniziali dell’Internazionale Socialista, e anche se di socialismo è ben difficile parlare nel mondo arabo mediterraneo dopo una serie di esperimenti post coloniali − primo fra tutti quello di Nasser − partiti con le bandiere al vento e finiti invariabilmente nel cesarismo più sfrenato, pur tuttavia le condizioni di quella parte di mondo stanno progressivamente e inesorabilmente peggiorando al punto tale da rendere possibile a breve o media scadenza un’esplosione di dimensioni epocali.

Si tratta di una condizione che il Mediterraneo arabo, specie quello nord africano, condivide in fondo con l’intero Continente Nero in cui negli ultimi decenni la presenza europea, che era forse neo coloniale ma che a conti fatti arrecava molto più di quanto non portasse via, è stata progressivamente sostituita da altre presenze che dopo un ingresso in area, a volte, dolce stanno adesso rapidamente evidenziando il loro lato più rapace e privo di scrupoli. L’intero mondo africano, nella sua sconfinata vastità, è probabilmente troppo ampio perché noi pensiamo di potercene fare carico da soli, e meriterebbe quindi un interessamento su scala mondiale, gestito magari dalle Nazioni Unite.

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