Corea del Nord, bagarre al Consiglio di Sicurezza dopo il lancio del missile sopra il Giappone

Gli Stati Uniti chiedono una riunione dei 15 Stati, Cina e Russia rifiutano e bloccano l’ipotesi di nuove sanzioni a Pyongyang. Nel frattempo, Washington e Seul hanno svolto esercitazioni congiunte in risposta al lancio nordcoreano

di Matteo Meloni 6 Ottobre 2022

kim jon-un-schermo — Un maxi schermo mostra il leader della Corea del Nord Kim Jong-un, Tokyo, Giappone, 4 ottobre 2022. REUTERS/Issei Kato

Matteo Meloni
Giornalista, è membro del comitato editoriale di eastwest. Si occupa di geopolitica di Medio Oriente e Nord Africa, Stati Uniti, rapporti tra Paesi Nato, di organizzazioni internazionali. Già Addetto Stampa al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha lavorato come Digital Communication Adviser alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite a New York.

Il lancio del missile della Corea del Nord che ha sorvolato il Giappone nei giorni scorsi ha creato forti tensioni tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, l’organo delle Nazioni Unite ancora una volta ostaggio delle potenze con diritto di veto e incapace di dare una risposta super partes a una chiara violazione del diritto internazionale. Cina e Russia rifiutano la discussione pubblica su quanto avvenuto, sostenendo che la reazione del Consiglio di Sicurezza dovrebbe portare alla calma nella Penisola Coreana. Nel momento in cui scriviamo, si attende ancora di capire se si svolgerà un incontro di emergenza tra i Rappresentanti Permanenti — che dunque avverrebbe a distanza di due giorni dall’avvenimento dei fatti — e se questo sarà a porte aperte o chiuse.

Il Regno Unito e la Francia, le altre due nazioni con diritto di veto, appoggiano la proposta degli Stati Uniti insieme a Norvegia, Albania e Irlanda, membri eletti a rotazione. “Dobbiamo limitare la capacità della Corea del Nord di portare avanti i suoi programmi illegali sui missili balistici e le armi di distruzione di massa”, ha scritto su Twitter l’Ambasciatrice Usa all’Onu Linda Thomas-Greenfiel. Condanna sull’azione militare di Pyongyang arrivata anche dal Segretario Generale António Guterres, che l’ha definita “incauta e in violazione con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”.

Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno svolto esercitazioni congiunte in risposta al lancio del missile nordcoreano, con la portaerei USS Ronald Reagan riposizionata nelle acque di Seul. Non una novità, visto che la nave militare Usa era già stata sfruttata recentemente per l’esercitazione congiunta tra gli eserciti di Stati Uniti e sudcoreani dal 23 al 26 settembre, ma un chiaro segnale di avvertimento per Kim Jong-un, che diede l’avvio a un lancio simile nel 2017. Una situazione geopolitica ben diversa da quella attuale, che vede il conflitto in Ucraina cambiare i rapporti di forza tra le potenze, le stesse che al Consiglio di Sicurezza sono in difficoltà a trovare una risposta univoca alla provocazione nordcoreana.

L’esercitazione Washington-Seul seguita al lancio di Pyongyang ha visto anche il tentativo abortito di un missile Hyunmoo-2C, dispositivo che non è esploso ma ha preso fuoco a causa della fuoriuscita del propellente. Materiale utile alla propaganda della Corea del Nord, ma che non inficia le capacità della tecnologia del missile, definito di precisione e bunker buster.