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Cooperazione Ue/Camerun: un investimento da 91 milioni di euro


Bruxelles vorrebbe porre le basi per lo sviluppo di un’economia più forte e dinamica in Camerun e anche consolidare la democratizzazione del Paese, uno degli stati meno liberi al mondo, controllato ininterrottamente dal 1982 dal regime di Paul Biya.

L’Unione Europea investirà 91 milioni di euro in Camerun, nei prossimi tre anni. La decisione è stata resa nota dal ministro dell’Economia camerunense Alamine Ousmane Mey in seguito a un meeting tenutosi nella capitale del Paese africano Yaounde tra i ministri locali e i rappresentanti dell’Unione Europea.

Il prestito arriva con lo scopo di aiutare il Camerun a migliorare le proprie infrastrutture, che negli ultimi anni si sono lentamente deteriorate. I fondi stanziati dall’UE serviranno in particolare per favorire uno sviluppo del settore energetico, per migliorare la rete stradale e per costruire una ferrovia che colleghi lo stato con il vicino Ciad. Inoltre, finanzieranno la costruzione di un ponte che collegherà il Camerun e la Guinea Equatoriale, attraverso il fiume Ntem.

I nuovi fondi europei si inseriscono in un contesto di forte cooperazione tra Bruxelles e Yaounde e fanno parte della seconda fase del Multiannual Indicative Program (MIP) 2021-2027, lanciato nel febbraio del 2022 per favorire uno sviluppo a 360 gradi del Paese.  Nel corso della prima fase del MIP, l’Unione Europea aveva deciso di finanziare alcuni progetti infrastrutturali in Camerun, tra cui la costruzione di una diga idroelettrica e la realizzazione di un ulteriore ponte, che unisce le due sponde del fiume Logone collegando la città camerunense di Yagoua con quella ciadiana di Bongor.

Attraverso i suoi investimenti, Bruxelles vorrebbe porre le basi per lo sviluppo di un’economia più forte e dinamica in Camerun. Secondo la visione europea, il miglioramento delle infrastrutture energetiche e dei trasporti dovrebbe servire nello specifico per attirare finanziamenti privati dall’estero, che potrebbero stimolare un circolo virtuoso. Questo obiettivo è stato sottolineato anche dal ministro dell’Economia, che ha evidenziato come l’intervento europeo sarebbe fondamentale per “aiutare nella ristrutturazione e nella gestione delle finanze pubbliche”.

Perché questo accada, l’Europa ha vincolato i finanziamenti alla garanzia che questi vengano gestiti in maniera corretta. Il Camerun è infatti fortemente colpito dalla corruzione e dalla predazione delle risorse pubbliche da parte dell'élite politica. Nel 2023, il Paese ha totalizzato appena 27 punti su 100 nell’indice relativo alla percezione della corruzione, redatto da Transparency International. E nello stesso anno lo stato avrebbe perso 184 milioni di euro a causa della corruzione, secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione nazionale anti-corruzione.

L’attenzione alla lotta alla corruzione è coerente con l’obiettivo di favorire un miglioramento non solo economico, ma anche politico. Tra gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea c’è infatti anche il consolidamento della democratizzazione del Camerun. Uno scopo nobile, ma che contrasta con la realtà: il Camerun è uno degli stati meno liberi al mondo ed è controllato ininterrottamente dal 1982 dal regime di Paul Biya.

Al di là dei discutibili obiettivi politici, i finanziamenti europei potranno essere senz’altro utili per il rafforzamento dei legami regionali nell’Africa centro-occidentale. Sin dalla decolonizzazione, il continente ha sofferto della totale mancanza di collegamenti tra i singoli Paesi, isolati tra loro e più interessati a far funzionare gli scambi commerciali con le ex potenze che non con i propri vicini. Con il tempo, però, la mancanza di un’integrazione sub-regionale si è rivelata estremamente dannosa per gli stati africani ed ha contribuito ad impedire il loro sviluppo.

Se gli attuali progetti europei dovessero andare a buon fine, di certo il loro apporto sarebbe positivo. La costruzione delle strade e dei ponti voluti dall’UE favorirebbe i collegamenti tra il Camerun e i suoi vicini, su tutti Ciad e Guinea Equatoriale. E potrebbe perciò stimolare l’aumento dei loro scambi commerciali e la creazione di un’economia regionale.

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