A due mesi di distanza dal 31 ottobre, Gran Bretagna e Ue distanti sull’accordo finale
Il capitolo Brexit sembra non finire mai. Con la data del 31 ottobre sempre più vicina, le parti non hanno intenzione di modificare le rispettive posizioni. L’Unione Europea considera ancora valido l’impegno siglato da Theresa May, che il neo Primo Ministro Boris Johnson ritiene dannoso per il suo Paese. Il backstop rimane il punto dirimente nelle relazioni tra Londra e Bruxelles.
Nei giorni scorsi il leader dei Conservatori ha scritto una lettera indirizzata a Donald Tusk, Presidente del Consiglio Europeo. La missiva contiene alcuni elementi pregnanti che raccontano linearmente la volontà britannica. Per Johnson, il backstop è “antidemocratico e inconsistente rispetto alla sovranità del Regno Unito”. Il motivo ricade sul trattato internazionale che, per il PM, legherebbe indefinitamente la Gran Bretagna a un’unione doganale e regolamenterebbe la zona di confine, oltre a non garantire la possibilità di un’uscita unilaterale. Inoltre, per Johnson il backstop non collima con la volontà britannica di addio all’Ue, dato che leggi e regolamenti futuri saranno diversi dalla normativa europea.
Da quanto si appende dalla lettera, per il nuovo Governo di Sua Maestà il backstop indebolisce l’accordo di pace del Good Friday Agreement. Johnoson scrive che “affidare la gestione di una larga parte di territorio destinato al commercio e alla vita economica dell’Irlanda del Nord a un organismo esterno, sul quale la popolazione non ha controllo democratico, rischia di minare l’assetto raggiunto.”
Non la pensa così l’Unione Europea. È netta la risposta di Tusk: “Il backstop assicura che non ci siano blocchi fisici al confine sull’isola dell’Irlanda finché non verrà trovata una soluzione alternativa. Coloro i quali si oppongono al backstop senza proporre alternative realistiche supportano, di fatto, un hard border. Anche se non lo ammettono.”
L’incontro previsto a Berlino tra la Cancelliera Angela Merkel e Boris Johnson riaffermerà le singole posizioni dei due attori. La Germania non si muoverà di un centimetro dal backstop, che ritiene fondamentale (così come l’Ue) per qualunque tipo di dialogo futuro con Londra. Berlino sembra essere preparata a un’uscita senza accordo della Gran Bretagna dall’Ue: sono già state approvate 50 leggi che regolamenteranno la (nuova, eventuale) relazione e assunti 900 funzionari per il controllo doganale.
@melonimatteo
A due mesi di distanza dal 31 ottobre, Gran Bretagna e Ue distanti sull’accordo finale