Siccità, crisi economica e instabilità politica hanno ridotto la disponibilità di cereali sia per il consumo che per le semine autunnali, facendo prospettare un drastico aggravarsi della situazione alimentare nel Paese nei prossimi mesi
Oltre la metà della popolazione afghana rischia di esser esposta a una crisi alimentare questo inverno.
A dirlo è la Fao che, assieme al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, sta lanciando l’allarme per l’aggravarsi della situazione nel Paese, pesantemente colpito dalla crisi economica e climatica e ora anche da quella politica e sociale seguita al ritiro delle forze occidentali e alla ripresa del potere da parte dei Talebani.
Attualmente, secondo le stime del Fondo alimentare mondiale, già oltre 19 milioni di persone – circa 45% della popolazione – stanno sperimentando una situazione di insicurezza alimentare. Un numero che potrebbe salire a oltre 22,8 milioni questo inverno.
Valutando lo stato di sicurezza alimentare in una scala da 1 a 5 – dove 1 rappresenta una situazione di sicurezza e 5 una situazione di catastrofe – oggi l’Afghanistan si trova la livello 2, classificato come situazione di stress, ma rischia di salire a livello 3 o anche 4, classificati rispettivamente come crisi ed emergenza alimentare, con l’avanzare della stagione fredda.
Siccità ed emergenza alimentare
Una situazione che nasce già prima della ripresa del poter da parte dei Talebani, con fenomeni di siccità che vanno avanti in maniera particolarmente intesa fin dal 2018, aggravati dal conflitto militare e dalla crisi economica legata alla pandemia, che ha ridotto anche i flussi di denaro provenienti dagli afghani emigrati all’estero.
A questo ora si aggiunge la situazione estremamente instabile dovuta al ritorno dei Talebani al Governo e alle conseguenti tensioni esterne e interne che rendono precari gli approvvigionamenti di forniture agricole e alimentari dall’esterno, oltre al totale blocco dei flussi finanziari e commerciali dai Paesi occidentali.
L’insieme di queste situazioni ha fatto sì che la disponibilità di grano sia per il consumo alimentare che per le semine autunnali sia stata scarsa, prospettando un drastico calo di produzione che avrà conseguenze economiche e alimentari su agricoltori, consumatori e bestiame.
Un rischio che era già stato paventato ad agosto dal rappresentante della Fao per l’Afghanistan Richard Trenchard, e che ora si sta traducendo in realtà. Per cercare di far fronte al problema in modo strutturale, la Fao sta lanciando una campagna di formazione e assistenza agricola in varie provincie del Paese, con la fornitura di sementi e fertilizzanti, ma probabilmente aiuti alimentari diretti rischiano di diventare una necessità per questo inverno.
Siccità, crisi economica e instabilità politica hanno ridotto la disponibilità di cereali sia per il consumo che per le semine autunnali, facendo prospettare un drastico aggravarsi della situazione alimentare nel Paese nei prossimi mesi