In Afghanistan riprendono i negoziati tra Governo e Talebani per il cessate-il-fuoco. Intanto l’Onu avverte: crescono i civili uccisi
Le forze di sicurezza afghane ispezionano il luogo dell’esplosione di una bomba a Kabul, Afghanistan, 20 febbraio 2021. REUTERS/Omar Sobhani
Luci e ombre in Afghanistan, dove Governo e Talebaniriprendono il negoziato per un cessate-il-fuoco e, in parallelo, aumentano i numeri dei civili uccisi. Dall’avvio nel dialogo tra le forze governative e il gruppo armato, l’Onu ha registrato una ripresa della violenza. Eppure, il 2020 è stato per il Paese un anno di relativa pace, con la decrescita delle morti causate dalle forze militari internazionali pari all’85% in meno rispetto all’anno precedente.
Ma l’instabilità del processo di stabilizzazione crea sacche di violenza, tanto che nell’anno dello sviluppo della pandemia sono state uccise più donne che mai da quando, nel 2009, l’UNAMA — la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan — conteggia i decessi: in totale sono morte 390 persone di sesso femminile (il 13% del totale) e 760 bambini.
La ripresa dei negoziati
È il Qatar che ospita le trattative tra Governo e Talebani: come annunciato lunedì notte dal portavoce del gruppo islamista, Mohammad Naeem, il clima è stato definito “cordiale”, ci sarebbe l’impegno alla continuazione delle trattative, è in fase di definizione l’agenda dei lavori. Questo è un passaggio cruciale, perché si tratta di definire le richieste delle varie parti in causa, con numerosi stop avvenuti in passato circa il rilascio dei combattetti Talebani nelle carceri afghane.
I Talebani sono divenuti a tutti gli effetti un interlocutore, sdoganati dalla definizione di terroristi dal momento in cui le forze internazionali — su tutti gli Stati Uniti — si sono seduti al tavolo delle trattative, cercando di trovare una soluzione alla guerra infinita. L’amministrazione a guida Donald Trump, con il sostegno dell’ex Segretario di Stato Mike Pompeo, è stata estremamente attiva in tal senso, annunciando poi un ritiro di Washington che ha generato perplessità tra gli alleati Nato e negli ambienti diplomatici e militari stessi negli Usa.
Il report dell’Onu
La missione UNAMA e i dati rilasciati hanno scatenato la reazione talebana. Il gruppo ha pubblicato un comunicato stampa che respinge i numeri dati dall’Onu, sostenendo che sono state attribuite più responsabilità ai Talebani e meno all’esercito governativo. “Sono informazioni false: il report è stato realizzato in collaborazione con la sola amministrazione di Kabul e con i loro organi militari”, si legge nella nota, che parla di propaganda.
Secondo l’UNAMA, infatti, i Talebani avrebbero causato il 45% delle casualties, mentre l’esercito riconosciuto afghano il 22%. Il fardello è condiviso con lo Stato islamico (Isil-Kp) che detiene la non invidiabile cifra dell’8% di responsabilità sulla violenza verso i civili, mentre le forze pro-governative (PGF) 1/4 del totale (2231, 841 morti e 1390 feriti). Le forze internazionali hanno causato la morte di 120 persone, un crollo dell’85% rispetto ai 786 decessi di cui sono state responsabili nel 2019.
Al via le vaccinazioni
Parte anche in Afghanistan il piano di vaccinazione, iniziando dal personale medico e sanitario, dalle forze di sicurezza e i giornalisti. AstraZeneca ha inviato 500mila dosi, prodotte dal Serum Institute of India. Le prime 250mila vaccinazioni saranno destinate al primo gruppo, con le restanti da distribuire in un contesto estremamente complicato. “Sarà una sfida programmare la vaccinazione per tutto il resto della nazione”, ha detto il Ministro della Salute Waheed Majroh.
Il Governo ha spiegato che il 20% delle dosi totali per il Paese arriverà attraverso il programma Covax delle Nazioni Unite. I numeri ufficiali della pandemia in Afghanistan parlano di 2435 morti e oltre 55mila persone infettate, ma i dati sono approssimativi a causa della carenza di strutture capaci di gestire la diffusione del virus.
In Afghanistan riprendono i negoziati tra Governo e Talebani per il cessate-il-fuoco. Intanto l’Onu avverte: crescono i civili uccisi
Luci e ombre in Afghanistan, dove Governo e Talebaniriprendono il negoziato per un cessate-il-fuoco e, in parallelo, aumentano i numeri dei civili uccisi. Dall’avvio nel dialogo tra le forze governative e il gruppo armato, l’Onu ha registrato una ripresa della violenza. Eppure, il 2020 è stato per il Paese un anno di relativa pace, con la decrescita delle morti causate dalle forze militari internazionali pari all’85% in meno rispetto all’anno precedente.
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