Approvata la risoluzione che chiede ai Talebani di facilitare la partenza di chi vuole abbandonare il Paese. I Repubblicani fanno pressione su Biden: voci di impeachment sulla gestione del ritiro delle truppe
Gli scossoni causati dal ritiro delle truppe degli Stati Uniti e della coalizione internazionale dall’Afghanistan continuano a farsi sentire, sia ai piani più alti della diplomazia internazionale che a livello di politica interna. Infatti, mentre il Consiglio di Sicurezza votava la risoluzione di condanna degli attacchi dell’Islamic State in Khorosan Province e la richiesta ai Talebani di facilitare la partenza di chi vuole abbandonare l’Afghanistan, la base del Partito repubblicano spingeva i propri rappresentanti verso la proposta di impeachment contro il Presidente Joe Biden per la gestione dell’evacuazione dei militari dal Paese asiatico.
L’astensione di Cina e Russia
Al quartier generale dell’Onu a New York, i membri permanenti e gli Stati eletti a rotazione hanno discusso i termini della risoluzione, puntando sulla richiesta alla nuova dirigenza talebana al potere di permettere la fuoriuscita in sicurezza dall’Afghanistan, sia dei cittadini non intenzionati a rimanere che degli stranieri ancora presenti. “Coerentemente al diritto delle persone di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio, coloro i quali desiderano andar via dall’Afghanistan, per qualsiasi motivo, devono poterlo fare in sicurezza, per via aerea o terrestre. Questo per noi è estremamente importante”, ha commentato la Rappresentante Permanente degli Usa alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield.
La risoluzione è stata approvata con 13 voti e l’astensione di Cina e Russia — nazioni con diritto di veto — che hanno, comunque, garantito il passaggio di quanto votato dal Consiglio. Pechino e Mosca hanno lamentato diversi aspetti relativi alla risoluzione; ad esempio, per l’Ambasciatore Geng Shuang “il caos che si è creato in Afghanistan è stato causato dal ritiro disordinato delle truppe” e dunque “le azioni del Consiglio di Sicurezza dovrebbero puntare alla diminuzione delle tensioni, non intensificarle”.
Per i russi, rappresentati dall’Ambasciatore Vassily Nebenzia, “nonostante la risoluzione avesse come obiettivo la condanna del terribile attacco terroristico, gli autori hanno categoricamente rifiutato di inserire un passaggio sulla lotta contro organizzazioni quali l’Isil e l’East Turkistan Islamic Movement. Assistiamo a una riluttanza nel riconoscere ciò che è ovvio, e il desiderio di dividere i terroristi tra ‘nostri’ e ‘loro’, sminuendo i pericoli che arrivano da questi gruppi”.
I guai di Biden
Il Presidente statunitense si scrollerà di dosso con difficoltà le terribili immagini giunte dall’aeroporto di Kabul, frutto di un ritiro che ha subìto un tragico epilogo e una velocizzazione inattesa, vista la repentina conquista talebana della capitale. La base repubblicana è già in azione per pressare i rappresentanti nelle istituzioni verso la richiesta di impeachment: come raccontato da Olivia Beavers su Politico, il leader della minoranza al Congresso, Kevin McCarthy, sta cercando di gestire una fase tumultuosa all’interno del suo partito e tra gli elettori assetati di addossare le responsabilità sul Commander in Chief.
Pare scontata la richiesta di impeachment per Biden nel caso in cui il Grand Old Party riconquistasse la maggioranza alle prossime elezioni di midterm. Tuttavia, gli ambienti conservatori sembrano essere ancora in difficoltà nel presentare una simile proposta, compreso il Freedom Caucus, che sta raccogliendo i pareri degli elettori. “È una richiesta che arriva dalla base e noi la percepiamo”, ha dichiarato il deputato dell’Alabama Barry Moore. Membri dell’House Freedom Caucus, il gruppo parlamentare più a destra, hanno già preso in considerazione l’impeachment, ritenendo inoltre che “non fare nulla non è un’opzione a questo punto”, come affermato da un rappresentante del caucus citato nell’articolo di Beavers.
Al quartier generale dell’Onu a New York, i membri permanenti e gli Stati eletti a rotazione hanno discusso i termini della risoluzione, puntando sulla richiesta alla nuova dirigenza talebana al potere di permettere la fuoriuscita in sicurezza dall’Afghanistan, sia dei cittadini non intenzionati a rimanere che degli stranieri ancora presenti. “Coerentemente al diritto delle persone di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio, coloro i quali desiderano andar via dall’Afghanistan, per qualsiasi motivo, devono poterlo fare in sicurezza, per via aerea o terrestre. Questo per noi è estremamente importante”, ha commentato la Rappresentante Permanente degli Usa alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield.