Secondo la retorica di Lukashenko, l’Occidente starebbe portando avanti una “marcia verso est”, con la Russia come obiettivo ultimo
Nel suo primo discorso in pubblico dal giorno del dirottamento del volo Ryanair, il Presidente della BielorussiaAlexander Lukashenko ha detto che l’Occidente sta portando avanti una “guerra ibrida” contro di lui, e non solo: nella ricostruzione offerta al Parlamento – ma non sostenuta da prova alcuna – ha aggiunto infatti che l’obiettivo ultimo di questa presunta campagna di destabilizzazione sarebbe la Russia.
Lo stratagemma retorico di Lukashenko
Lukashenko ha anche accusato Roman Protasevich – il giornalista d’opposizione ventiseienne che si trovava sull’aereo deviato domenica scorsa verso Minsk, e che è stato arrestato – di essere l’organizzatore di una “sanguinosa ribellione” per rovesciare le istituzioni. Ha parlato di un “attacco allo Stato” compiuto da attori sediziosi dentro e fuori il Paese, sempre senza aggiungere dettagli o presentare prove.
Si tratta di uno stratagemma a cui Lukashenko ha fatto ricorso già altre volte per giustificare la repressione degli oppositori interni e contemporaneamente per delegittimarli, presentandoli come delle marionette manovrate dai Governi stranieri. È al potere dal 1994 – a settembre ha assunto il suo sesto mandato – e l’anno scorso era stato il bersaglio di grandi manifestazioni di protesta che ne chiedevano le dimissioni.
Rivolgendosi al Parlamento, mercoledì, Lukashenko ha detto che la presunta “moderna guerra ibrida” condotta dall’Occidente è una “marcia verso est” che va oltre la Bielorussia, da lui definita un “sito di test” dove fare pratica di strumenti e metodi non convenzionali da replicare successivamente in Russia.
Bielorussia e Russia
Mosca è l’alleato politico e il socio commerciale nettamente più importante per Minsk, in un rapporto che – pur tra qualche malumore – soddisfa l’interesse nazionale di entrambe. La Russia vede nella Bielorussia uno stato-cuscinetto strategicamente fondamentale tra sé e l’Unione europea e la Nato, utile anche per il monitoraggio delle attività militari dell’organizzazione.
Il New York Timesscrive che il Cremlino non apprezza particolarmente Lukashenko per la sua impulsività e imprevedibilità. La Russia potrà anche disprezzarne il carattere e la figura, ma non ha nessuna intenzione di sostituirlo; al contrario, lo sostiene e continuerà a farlo: il Presidente russo Vladimir Putin lo incontrerà peraltro domani nel suo resort a Sochi, per la terza volta quest’anno.
Più che la persona, per Mosca conta il ruolo che Lukashenko svolge: non si oppone all’influenza russa e non forma alleanze con l’Europa e l’Occidente come fatto da altre ex repubbliche dell’Unione sovietica (come la Lituania, per esempio). La Russia vorrebbe addirittura l’unione con la Bielorussia per la formazione di un solo stato. Se ne parla da molti anni e finora Lukashenko ha sempre resistito all’idea, temendo di perdere la sua centralità politica e di finire marginalizzato.
Invertendo i soggetti, la Russia è altrettanto fondamentale per la Bielorussia. È il primo mercato per le sue esportazioni, nonché fonte di greggio a prezzo di favore che Minsk lavora e poi vende sui mercati in forma di prodotti raffinati: l’economia bielorussa si regge in larga parte sulla petrolchimica.
E l’Unione europea?
L’anno scorso l’Unione europea è stata lenta a imporre sanzioni contro la Bielorussia per i brogli elettorali e le violazioni dei diritti umani, oltre che poco incisiva. Il dirottamento del volo Ryanair la riguarda però ancora più direttamente: sia perché l’aereo avrebbe dovuto viaggiare da Atene a Vilnius, sia perché il veicolo era registrato in Polonia e quindi rientra sotto la sua giurisdizione, sia perché Protasevich (il giornalista arrestato) viveva in Lituania sotto tutele; tutti e tre gli stati menzionati sono membri dell’Unione.
La Bielorussia non è un mercato di primaria importanza per l’Europa, sebbene per il suo territorio transiti una parte del gas russo diretto verso il Vecchio continente. Per il momento Bruxelles ha bandito Minsk dal proprio spazio aereo e vietato alle compagnie europee di sorvolare il Paese. Ma pare che intenda anche imporre delle sanzioni sulle esportazioni di potassa (un composto chimico utilizzato nei fertilizzanti: la Bielorussia ne è un grande produttore) e sul settore petrolifero, in modo da colpire davvero – e non simbolicamente – l’economia bielorussa e il regime di Lukashenko.
Secondo la retorica di Lukashenko, l’Occidente starebbe portando avanti una “marcia verso est”, con la Russia come obiettivo ultimo
Nel suo primo discorso in pubblico dal giorno del dirottamento del volo Ryanair, il Presidente della BielorussiaAlexander Lukashenko ha detto che l’Occidente sta portando avanti una “guerra ibrida” contro di lui, e non solo: nella ricostruzione offerta al Parlamento – ma non sostenuta da prova alcuna – ha aggiunto infatti che l’obiettivo ultimo di questa presunta campagna di destabilizzazione sarebbe la Russia.
Lo stratagemma retorico di Lukashenko
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