Dopo l’annuncio della Serbia di ritirarsi dall’esercito federale e di dotarsi di un organo giudiziario e di un sistema di amministrazione fiscale propri, l’Ue risponde sostenendo le forze armate unificate
Il generale Claudio Graziano, a capo del Comitato militare dell’Unione europea, ha detto che tutti i membri del blocco sostengono le forze armate unificate della Bosnia ed Erzegovina.
Chi vuole la secessione di fatto
La sua dichiarazione arriva una ventina di giorni dopo l’annuncio di Milorad Dodik, politico bosniaco di etnia serba, relativo alla volontà di staccare la Repubblica serba dall’esercito federale. Più in generale, Dodik – un separatista ideologicamente vicino alla Russia – vorrebbe che la Serbia si dotasse anche di un organo giudiziario e di un sistema di amministrazione fiscale propri.
Così facendo, attraverso una maggiore autonomia da Sarajevo sulla sicurezza, la giustizia e l’economia, la Repubblica serba (una delle due entità in cui è divisa, su base etnica, la Bosnia ed Erzegovina: l’altra è la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, perlopiù bosgnacca e croata) potrà realizzare una secessione di fatto. Dodik sostiene in realtà di non puntare al distacco ma alla piena autonomia per la Serbia, che manterrebbe l’integrità territoriale della Bosnia.
La struttura politica della Bosnia-Erzegovina
Il complesso assetto politico della Bosnia ed Erzegovina è figlio degli accordi di pace di Dayton del 1995 che misero fine alla guerra interna scoppiata nel 1992 e alimentata dall’odio etnico e religioso: i morti furono circa diecimila. La formazione di un esercito comune, che riunisse i serbi, i bosgnacchi e i croati precedentemente in lotta tra loro, viene considerata un grande risultato.
In visita in Bosnia ed Erzegovina, il generale Graziano ha “portato un messaggio da tutti i 27 [membri dell’Unione europea, ndr] che c’è sostegno alle forze armate”. Le sue parole non basteranno ovviamente a cambiare la situazione, ma esprimono la vicinanza di Bruxelles al debole Governo centrale del Paese. Senad Masovic, il capo delle forze armate unificate bosniache, ha detto che l’istituzione da lui guidata è l’unica legittima e che tutte le altre verranno considerate delle organizzazioni paramilitari: il destinatario del messaggio è Dodik.
Dodik sta agendo per scardinare lo Stato bosniaco, e non lo nasconde: di recente ha peraltro “proclam[ato] la fine” dell’assetto amministrativo deciso con gli accordi di Dayton e il ritorno dell’autorità nelle mani del Governo regionale serbo.
Dopo l’annuncio della Serbia di ritirarsi dall’esercito federale e di dotarsi di un organo giudiziario e di un sistema di amministrazione fiscale propri, l’Ue risponde sostenendo le forze armate unificate