L’aggressività della Russia è potenzialmente una minaccia per il Canada, che è membro della Nato. Il Governo ha annunciato un incremento sostanzioso della spesa per la modernizzazione del Comando di difesa aerospaziale del Nordamerica
Una settimana fa il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha aperto alla possibilità di un aumento della spesa militare. Come riconosciuto successivamente dalla Consigliera per la sicurezza nazionale Jody Thomas, “il mondo ha accelerato molto più rapidamente di quanto previsto” e i calcoli di Ottawa sono stati “superati dagli eventi”. La strategia per la difesa pubblicata nel 2017 ha cioè bisogno di un aggiornamento perché l’invasione russa dell’Ucraina ha creato un nuovo contesto di (in)sicurezza internazionale. L’aggressività della Russia è potenzialmente una minaccia per il Canada, che è membro della Nato e condivide con il Paese uno sbocco sul Mar Glaciale artico.
Venerdì scorso la Ministra della Difesa Anita Anand ha detto che il Governo presenterà presto un “robusto” piano di spesa per la modernizzazione del Norad, il Comando di difesa aerospaziale del Nordamerica, ovvero il sistema dedicato alla protezione di Canada e Stati Uniti dalle minacce missilistiche, innanzitutto – per ragioni storiche e geografiche – russe.
Modernizzare il Norad significa, nel concreto, sostituire il North Warning System, la rete di stazioni radar di allerta missilistica gestita e mantenuta da Washington e Ottawa insieme. È un sistema oggi obsoleto perché non riflette l’avanzamento tecnologico dei missili, i quali, rispetto agli anni Ottanta, possono adesso percorrere distanze maggiori e colpire con grande precisione anche a velocità elevatissime. È il caso dei missili ipersonici, per esempio, che sono sia rapidi che manovrabili e pertanto difficili da intercettare. Non è poi solo il tipo della minaccia a essersi evoluta, per il Nordamerica, ma anche l’origine: oltre alla Russia c’è pure la Cina. La rete di allerta regionale, conseguentemente, dovrà tenere il passo.
Aggiornare il Norad ha un costo stimato di oltre 11 miliardi di dollari. Le spese del North Warning System erano state ripartite tra Stati Uniti e Canada in parti diseguali: i primi ne hanno coperto il 60%, il secondo il restante 40. A Washington però, negli anni, è nata un’insofferenza per la bassa percentuale di spesa che Ottawa destina alla difesa, circa l’1,3% del Pil, ben al di sotto del target del 2% previsto dalla Nato. Questo scoglio non può dirsi rimosso con certezza, visto che non è chiaro a quanto ammonterà nel concreto l’impegno preso da Trudeau, ma l’intenzione di un aumento del contributo pare appunto esserci.
Non è chiaro nemmeno – la Ministra Anand è stata volutamente vaga – se il rinnovamento del Norad comporterà l’ingresso effettivo del Canada nel sistema statunitense di difesa dai missili balistici. I precedenti politici dicono che non lo farà – nel 2005 l’allora Governo di Paul Martin, liberale come Trudeau, rifiutò –, ma d’altra parte i tempi sono cambiati parecchio e il passato potrebbe non contenere le risposte. È allora possibile che Ottawa possa integrarsi di più nell’apparato difensivo-missilistico statunitense secondo le linee guida fissate nel comunicato congiunto sulla modernizzazione del Norad dello scorso agosto.
Nel documento si parlava proprio della sostituzione del North Warning System con “sistemi radar over-the-horizon di nuova generazione”, ossia capaci di individuare minacce a grandissime distanze per replicare alla velocità e all’imprevedibilità di movimento dei nuovi missili. Stati Uniti e Canada, inoltre, dovranno lavorare all’installazione di sensori nei fondali marini e nei satelliti spaziali, non solo a terra, e al potenziamento delle capacità di rifornimento in volo degli aerei militari.
Il monitoraggio dell’Artico è cruciale per il Canada e gli Stati Uniti, intanto perché la regione è già diventata un territorio di competizione tra le potenze. E poi perché attualmente la Russia, qualora volesse colpire il Nordamerica con un missile, non avrebbe più bisogno di avvicinarsi alla terraferma: potrebbe lanciarlo direttamente dal proprio suolo, e il proiettile raggiungerebbe il continente attraversando l’Artico canadese o l’Oceano Atlantico settentrionale.
L’aggressività della Russia è potenzialmente una minaccia per il Canada, che è membro della Nato. Il Governo ha annunciato un incremento sostanzioso della spesa per la modernizzazione del Comando di difesa aerospaziale del Nordamerica