Per capire i prossimi equilibri bisogna guardare i possibili nomi del Segretario di Stato, Pentagono e CIA. Da un lato, Trump risponde al mondo MAGA con le nomine interne, dall’altro sembra avere una posizione più conciliante a livello globale, con Europa e Ucraina, e di sfida alla Cina.
In quattro anni lo spostamento a destra del Paese è stato di 6 punti, Trump ha recuperato 10 punti percentuali nelle roccaforti democratiche come New York, New Jersey, e Rhode Island. La coalizione dei suoi elettori è ampia: uomini, donne, ispanici, afroamericani e giovani sotto i 30 anni.
Complesso capire quali siano le reazioni in Africa, tra i capi di stato e le popolazioni. In attesa delle elezioni, gran parte dei Paesi subsahariani hanno preferito non esporsi – con l’eccezione del Sudafrica, convintamente pro Harris.
36 milioni di latinoamericani potranno votare alle elezioni statunitensi, e il loro voto potrebbe influenzare il risultato in diversi stati chiave. Sebbene storicamente favorevole ai Democratici, il voto latino ha subito cambiamenti significativi negli ultimi decenni. Tuttavia, resta il dubbio sull’affluenza.
Sia Kamala Harris sia Donald Trump sembrano voler mettere l’Indo-Pacifico al centro della propria politica estera, ma i due candidati hanno un approccio assai diverso al sistema di alleanze americano nella regione.
L’America Rurale, le donne dei sobborghi, gli afroamericani, i giovani latinos e la working class della Rust Belt con i 2,7 milioni di iscritti ai sindacati negli stati in bilico, dove 4 anni fa 45mila persone hanno determinato l’esito del voto.
A decidere chi sarà il 47esimo presidente saranno solo alcuni Stati chiave. Trump e Harris si stanno battendo per il cosiddetto Blue Wall, il muro blu della Rust Belt. In particolare si tratta di tre stati, la Pennsylvania e un pezzo di Mid West con Michigan e Wisconsin.
I sondaggi e i modelli predittivi si muovono in una forbice stretta di qualche punto e ci raccontano di una corsa serratissima. Un testa a testa tra Harris e Trump che si giocherà all’ultimo voto e che potrebbe finire in qualsiasi modo, deciso da una manciata di voti.
Da anni i dem hanno perso contatto con la cerchia fuori dai centri urbani. Il voto per Trump nel 2016 e 2020 ha certificato la presa dei repubblicani sui piccoli centri e il mondo degli Stati Uniti profondi. Ma la campagna di Harris è intenzionata a scalfire quel predominio.
Finita la convention Dem, con la Harris in risalita nei sondaggi, Trump deve reinventare la sua campagna elettorale: la nuova tecnica comunicativa punta a prendersi il voto degli uomini, anche in vista del duello in TV del 10 settembre.