Russia e Cina hanno ampliato la collaborazione su cyberspazio, Artico e infrastrutture. Nel documento sottoscritto, inoltre, Pechino si impegna a riconoscere il dominio di Mosca sulla Rotta del mare del nord
La Russia ha aderito all’iniziativa sulla sicurezza dei dati della Cina, la Global Initiative on Data Security: era stata lanciata lo scorso settembre in risposta al Clean Network, ovvero il programma americano per la protezione dei dati e delle reti 5G che punta a contrastare la penetrazione tecnologica e normativa cinese nei Paesi alleati degli Stati Uniti.
Internet e sovranismo cyber
A marzo la Cina aveva stretto un accordo di cooperazione sui dati con la Lega degli Stati arabi, di cui fanno parte anche l’Arabia Saudita e l’Egitto. L’appoggio della Russia rappresenta “l’ultimo significativo passo in avanti” dell’iniziativa, scrive il South China Morning Post. Secondo il professore russo Artyom Lukin, sentito dal giornale cinese, tra Pechino e Mosca esiste un certo grado di affinità sul tema della governance di Internet e dei dati (si riferisce ai sistemi di monitoraggio delle attività online e alla censura dei siti). A suo dire, “questo allineamento ha raggiunto una nuova fase” con il comunicato congiunto pubblicato di recente.
Nel documento si legge che Cina e Russia “la pensano allo stesso modo” su Internet: pensano, cioè, che ciascun Governo dovrebbe rispettare il modo in cui gli altri gestiscono le proprie fette del web. Il Presidente cinese Xi Jinping chiama questo concetto “sovranità cibernetica”, che consiste nell’estensione del concetto di sovranità territoriale anche al dominio digitale.
Il 28 giugno, peraltro, Xi e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno annunciato l’estensione del Trattato di amicizia bilaterale, firmato nel 2001: è una conferma dell’avanzamento della collaborazione tattica tra i due Paesi – entrambi in rapporti sempre più complicati con l’Occidente – che prosegue ormai da diversi anni.
L’Artico tra Russia e Cina
Secondo Lukin, Mosca ha aderito all’iniziativa cinese sulla sicurezza dei dati in cambio del riconoscimento, da parte di Pechino, dei “diritti speciali” della Russia sull’Artide, in quanto geograficamente parte della regione e attraversata dal circolo polare artico. Anche la Cina avanza pretese sull’area: si è dichiarata “nazione prossima all’Artico”.
Nel documento congiunto si legge che i due Paesi hanno accettato di “rafforzare la collaborazione” sull’utilizzo della Rotta del mare del nord (Northern Sea Route), la tratta per il commercio marittimo che segue la costa settentrionale russa e che viene pubblicizzata da Mosca come un’alternativa più conveniente al canale di Suez.
Il South China Morning Post scrive che la menzione della Rotta del mare del nord è un “raro riconoscimento di Pechino del dominio della Russia sulla rotta”. Mosca afferma infatti di avere il diritto di limitare il passaggio delle navi lungo la rotta e di imporre delle tariffe per il transito. Gli Stati Uniti sono contrari, perché la tutela della libertà di navigazione è un punto cruciale della loro politica estera: Washington non vuole che Mosca o altre nazioni – come Pechino, nel Mar Cinese meridionale che rivendica – abbiano il potere legale di restringere la mobilità navale nel mondo.
Il South China Morning Post fa notare che nel comunicato le iniziative economiche-politiche di Cina e Russia – la Belt and Road Initiative e la Greater Eurasian Partnership, rispettivamente – vengono poste sullo stesso piano. Per Lukin si tratta di un indizio del fatto che Mosca non vuole che l’integrazione dell’Eurasia penda troppo dal lato di Pechino. Ma i rapporti tra i due soci non sono paritari: la Russia, cioè, non si avvicina alla potenza economica della Cina e rappresenta quindi il membro subalterno della partnership.
Su questo aspetto aveva insistito anche il Presidente americano Joe Biden, poco prima di partire per l’Europa e incontrare Putin: i russi, aveva detto, si trovano “in una posizione molto, molto difficile al momento. Stanno venendo schiacciati dalla Cina”. Biden sa che il coordinamento tra Mosca e Pechino non è destinato a durare e che, prima o poi, la Cina vorrà diventare la potenza di riferimento nelle regioni più importanti per la Russia: l’Asia centrale e, appunto, l’Artico. Per il momento, però, l’amicizia sino-russa non mostra crepe significative.
A marzo la Cina aveva stretto un accordo di cooperazione sui dati con la Lega degli Stati arabi, di cui fanno parte anche l’Arabia Saudita e l’Egitto. L’appoggio della Russia rappresenta “l’ultimo significativo passo in avanti” dell’iniziativa, scrive il South China Morning Post. Secondo il professore russo Artyom Lukin, sentito dal giornale cinese, tra Pechino e Mosca esiste un certo grado di affinità sul tema della governance di Internet e dei dati (si riferisce ai sistemi di monitoraggio delle attività online e alla censura dei siti). A suo dire, “questo allineamento ha raggiunto una nuova fase” con il comunicato congiunto pubblicato di recente.